Cari amici vicini e lontani, in questo periodo di guerra totale, come vi ho scritto qualche giorno fa abbiamo deciso di riaprire il sito: leggere e consigliare letture è un buon modo, mi pare, per essere utili e vicini agli altri.
In ogni caso, questa settimana abbiamo ricevuto:
Marco Grando con E. Vuillard, L’ordine del giorno
Benedetta Manghi con J. Marias, Un cuore così bianco.
Lorenza Rappoldi con L. May Alcott, Piccole donne
Sandro Frera con L.Tolstoj, Guerra e Pace
Giuseppe, un collega, con T. Mann, I Buddenbrook
Anna Pinarella con D. Bottarelli, Ho riscoperto il profumo della mia pelle.
Segnalazioni, tutte, segnate, ognuna alla propria maniera e ognuna con il proprio scopo, da questo periodo.
Marco, infatti, in questo periodo di guerra batteriogica ci parla dell’inizio di un altro contagio (politico e morale) che poi sappiamo portò all’esplodere di una ben più grave malattia: i contagi vanno stroncati all’inizio. Siamo in Austria prima dell’Anschluss e il leggere come si propagò quel terribile contagio aiuta memoria, forza, volontà e resistenza.
Di Benedetta ho rubato questa segnalazione e questa citazione.di Marias: parlare con tatto, attenzione, rivolgersi agli altri con l’educazione e il rispetto che dovrebbe essere sempre dovuto. Un cuore così bianco è un romanzo di amore, ma non solo e non tanto. E’ soprattutto un libro sulle nostre parole, sui nostri dialoghi e dubbi.
Lorenza ci invita a riprendere in mano Piccole Donne: la leggerezza, l’arguzia, la libertà, la speranza che si avvertono in quelle pagine sono sicuramente un balsamo utile in questi nostri giorni. La vicenda è stranota: tre ragazze, tre spiriti completamente diversi l’una dall’altra, come spesso capita tra sorelle, quando ognuna si specializza, si caratterizza per cercare la luce e l’affetto dei propri genitori e un proprio spazio nel mondo.
Sandro, invece, ci invita a rileggere Guerra e Pace e in particolare l’ultima parte, l’epilogo, là dove Tolstoj ci parla di storia, di filosofia della storia e ci porta in una filosofia che si eleva sopra alle piccole cose. Ma, come si sa, tutto il romanzo, nella sua mastodontica volumetria è un susseguirsi di gioie e sorprese e caratteri indimenticabili: uno su tutti, Pierre Bezuchov.
Giuseppe mi manda l’ultima pagina dei Buddenbrook, quella in cui le donne della famiglia sono riunite a piangere i propri morti, fin che si alza Sesemi Weichbrodt e sbattendo il palmo sul tavolo riafferma rabbiosa la propria fede nella trascendenza umana.
Anna, infine, ci fa il regalo di una poesia di Daniela Bottarelli, la poesia di una giovane donna passata attraverso alla malattia e che trova nella malattia stessa la forza di lottare, di esserci, di riassporare il profumo del proprio corpo.
Vi aspettiamo.