Da Marco Grando riceviamo E. Vuillard, L’ordine del giorno.

Marco ci scrive: “È stato Premio Goncourt 2017. Come dice la controcopertina una narrazione dietro le quinte della Anschluss, l’annessione dell’Austria da parte del terzo Reich nel 1938….da lì tutto è cominciato e sappiamo purtroppo come è andata a finire…”

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“Si aspetta quindi l’appello di Seyss-Inquart, il telegrammuccio con cui chiede ai nazisti di venire a dargli man forte. Sono le venti e trenta, non succede niente. Lo champagne svapora nelle flute. Santo Dio, ma che cavolo sta facendo Seyss-Inquart?”

Dalla presentazione dell’editore:

«Erano in ventiquattro accanto agli alberi morti della riva, ventiquattro soprabiti neri, marroni o cognac, ventiquattro paia di spalle imbottite di lana, ventiquattro completi a tre pezzi, e lo stesso numero di pantaloni con le pinces e l’orlo alto. Le ombre penetrarono nel grande atrio del palazzo del presidente dell’Assemblea; ma presto non ci sarà più un’Assemblea, non ci sarà più un presidente, e tra qualche anno non ci sarà più nemmeno un parlamento, solo un ammasso di macerie fumanti».

La Germania nazista ha la sua leggenda. Vi vediamo un esercito rapido, moderno, il cui trionfo sembra inesorabile. Ma se alla base dei suoi primi successi trovassimo invece mercanteggiamenti e volgari combinazioni di interessi? E se le gloriose immagini della Wehrmacht che entra trionfalmente in Austria mascherassero un immenso ingorgo di panzer, semplicemente in panne? Una dimostrazione magistrale e agrodolce del dietro le quinte dell’Anschluss presentata dall’autore di Tristesse de la terre e 14 juillet.

«L’ordine del giorno è un libro di una potenza sconcertante nella sua semplicità».
Le Monde

«Con L’ordine del giorno, che racconta l’annessione dell’Austria da parte di Hitler, Il Premio Goncourt ha scelto un candidato inaspettato ma eccellente».