Cari amici vicini e lontani,in questa nuova settimana di clausura, Prima i Lettori ha segnalato:
Dalla redazione G. Ceronetti, Il libro di Giobbe
Susanna Piccoli con C.M.Cipolla, Allegro ma non troppo.
Dalla redazione D. Pastorino (a cura di), Se potessi avere
Dalla redazione J. Fante, Un anno terribile
Marco Grando con S. Schenk, Veloce la vita
Cinque segnalazioni molto diverse tra loro.
La traduzione del libro biblico di Giobbe fatta da Ceronetti nel 1972, al di là della fedeltà al testo su cui probabilmente altri autori potrebbero questionare (visto che si trattava, tra l’altro, di scegliere a quale versione antica dare maggiormente peso), si pone indubitabilmente come un’opera di grande poesia. In questo si differenzia da tutte le versioni ecclesiastiche che tendono, pur evidentemente non omettendo l’afflato poetico, a sottolinearne il racconto, la trama piuttosto che le continue metafore e allegorie. Le parole di Giobbe in Ceronetti distillano continuamente poesia.
Grazie a Susanna torniamo a sorridere e riflettere insieme al testo che Cipolla scrisse in inglese nel 1976 per irridere da un lato la prosopopea di alcune pubblicazioni accademiche e dall’altro l’idea che esistesse un mondo di intelligenti separato (e superiore) a quello del volgo stupido. L’affermazione che la proporzione di stupidi sia una costante in ogni gruppo sociale, compresi tra i premi nobel, fa sorridere e, come dicevo, riflettere. Ben scritto, ironico, un classico che va letto e riletto.
La raccolta di diari proveniente dall’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano che Pastorino raccolse per il sito internet che dirigeva e che poi pubblicò per i tipi del Mulino parla di una Italia che non c’è più nelle sue componenti materiali, ma che nel suo rapporto col denaro rimane ancora per larghi versi la stessa. Il rapporto col denaro, infatti, raccoglie sogni, paure, desideri, progetti che qui vengono illustrati nel racconto di 43 “poveracci” che dell’averne o non averne riempivano le proprie giornate. In questo momento storico, poi, rileggere quello che la Fiat fece per i propri dipendenti in tempo di guerra può essere istruttivo sul modo con cui una grande istituzione può affrontare i momenti più scuri.
Con Fante e un Anno terribile si torna a ridere e a commuoversi: le vicende di questo giovanissimo italoamericano e del suo rapporto con la famiglia, con i sogni e col baseball sono indimenticabili. Ancora una volta ironia e intelligenza fanno sì che queste pagine non si leggano, ma con esse e grazie ad esse si voli.
Infine Marco ci segnala la storia di una giovane donna che dalle montagne arriva in una grande città: amori, ogni, progetti delineano il carattere di una tosta, di una persona che vuole essere se stessa a dispetto di ogni legame e vincolo, che si mette in gioco, che rischia, sullo sfondo di un paesaggio che è quello di questa nostra Europa degli anni cinquanta.
Buone letture e vi aspettiamo