Cari amici vicini e lontani, dopo la pausa natalizia (e l’Epifania) il concorso riparte.


Questa settimana abbiamo ricevuto:


Marco Grando con A.A. Ólafsdóttir, Miss Islanda
Maria Sabidussi con S. Ganzitti, La guerra di Lia
Cecilia Pastorino con U. Timm, Come mio fratello
Gabriella Ventura con B. Malamud, L’uomo di Kiev
Claudia Tittolo con D. Scalese, Le streghe

Marco con Miss Islanda ci racconta la storia di una bella ragazza che vuole fare la giornalista, in un mondo (maschile, ma non solo) che ripetutamente la invita a sfruttare la sua bellezza, invece che la sua intelligenza e determinazione. Quali sono i nostri veri talenti? Quale nostra qualità dobbiamo coltivare? Amicizia e intelligenza (emotiva e non) ci aiutano a districarci in questo labirinto? 

Maria ci invita, come altre lettrici di questo concorso quest’anno, alla lettura della Guerra di Lia: Lia, ragazzina, osserva e cresce durante la guerra, vedendo la terra e la natura quasi fermarsi attonita difronte alle brutture degli uomini, sorretta da una famiglia e da un padre, combattuto se difendere il particolare (la propria famiglia, i propri averi) o battersi per il generale, il proprio paese, la propria terra.


Cecilia con il romanzo familiare di Timm ci riporta alla seconda guerra mondiale e si interroga sui meccanismi che agirono nei tedeschi di quegli anni. Perché un ragazzo di 18 anni, di una normale famiglia tedesca, nel 1942 si offre volontario per le SS e finisce in Ucraina a morire pochi mesi dopo? Perché il padre comunque ne abbia sempre poi onorato la memoria citandolo ad esempio per la famiglia e il fratello minore? Attraverso le lettere ritrovate tra padre e figlio al fronte ci si confronta ancora una volta con la pazzia del secolo scorso in una chiamata alla memoria che non può che essere decisamente condivisibile.


Gabriella con Malamud ci parla della questione ebraica e dei meccanismi sociali della giustizia: nel 1911 un ebreo non credente viene ingiustamente accusato di un orrendo omicidio e condannato con un processo sommario. Come nel caso Dreyfus di ventanni prima, essere ebreo significa anche essere il colpevole ideale di ogni crimine o tradimento. In un momento in cui tornano venti in Europa di razzismo l’Uomo di Kiev di Malamud (romanzo che alla sua uscita vinse il National Book Award) ci ricorda quanto il sonno della ragione produca mostri.


Claudia, infine, ci segnala, come altre lettrici e lettori quest’anno, il racconto milanese di Scalese. Un libro ironico, bizzarro, giovane, attuale, con protagonista un borghese piccolo, piccolo, ancorché ammorbato da un sedere fuori misura. Magia e affarismo si mischiano e si alleano in una Milano non più tanto da bere.


Foto leggere ha avuto un nuovo contributo: Marco Grando ci dice che c’è ancora speranza. Lo crediamo anche noi.


Il concorso continua. Aspettiamo altre vostre segnalazioni.


buona lettura e buon week end