Da Lorenza Rappoldi riceviamo L. Berlin, Welcome home.

Lorenza ci scrive: “Ho letto la segnalazione di Marco Grando e credo che anche lui si sia “appassionato” della scrittura di Lucia Berlin così come è successo a me!

Ecco la mia storia, forse anche la sua: circa un mese fa, su Venerdì di Repubblica è apparso un lungo articolo a proposito dell’imminente uscita di
“Welcome home” di Lucia Berlin, curato dal secondogenito Jeff. Si tratta della raccolta di scritti autobiografici e di lettere di Lucia, con molte fotografie. Mi ha subito interessato la vita e la scrittura di questa autrice, perciò mi sono procurata entrambe le raccolte di racconti. Per ora ho letto solo la prima, “La donna che scriveva racconti”, segnalata da Marco, ma inizierò “Sera in paradiso” oggi stesso. E “Welcome home”? E’ la mia segnalazione di oggi!

Lo consiglio a Marco, se non l’ha già letto, e a tutti i lettori interessati a questa fantastica scrittrice. L’ideale è fare come ho fatto io, leggerli contemporaneamente; racconti e autobiografia si intrecciano,
rimandano gli uni all’altra, e viceversa, importantissime le fotografie, si riconoscono i personaggi, la famiglia, sembra di vivere insieme a Lucia le sue esperienze.

Dalla prefazione di Jeff Berlin: “La prima scrittrice che ho osservato al lavoro è stata mia madre, Lucia Berlin. Nei miei primi ricordi, mio fratello Mark e io andavamo in triciclo nella nostra soffitta al Greenwich Village mentre mamma batteva sulla sua macchina Olympia. Credevamo stesse scrivendo lettere – scriveva un sacco di lettere. Durante le nostre lunghe passeggiate in città ci fermavamo quasi ogni giorno alla cassetta della posta,
e lei ci lasciava infilare le sue buste nella fessura. Ci piaceva vederle scomparire e sentirle cadere. Ogni volta che riceveva una lettere ce la leggeva, spesso inventando una storia ispirata dalla corrispondenza
di quel giorno. Siamo cresciuti ascoltando le sue storie”.


“…Di recente ho letto che il profumo dei fiori, in particolare delle rose e dei lillà, era molto più intenso anni fa, mentre oggi la loro fragranza è stata smorzata dalla ibridazione. Che sia vero o no, i profumi dell’Idaho che ricordo sono più vividi di qualsiasi fiore di oggi. I fiori di melo e i giacinti erano letteralmente inebrianti. Mi sdraiavo per terra sotto il lillà e respiravo fino a stordirmi. ….”

Dalla presentazione dell’editore:

Lucia Berlin, acclamata autrice americana di cui Bollati Boringhieri ha pubblicato La donna che scriveva racconti e Sera in paradiso, ha sempre nascosto pezzetti della sua storia personale nei racconti che scriveva, alla sera, seduta al tavolo della cucina con un bicchiere di bourbon accanto al quaderno. La sua è stata una vita inimitabile, che l’ha portata dall’Alaska al Texas, dal Kentucky al Cile, dal Messico a New York. Sposata tre volte, ha cresciuto i suoi quattro figli muovendosi in lungo e in largo per tutta l’America e a ogni spostamento Lucia Berlin è andata cercando la sua casa.
Welcome Home è uno splendido album di famiglia, dove ogni luogo in cui ha vissuto porta con sé una storia, spesso proprio quella storia che è poi riapparsa in uno dei suoi inconfondibili racconti.
ll memoir, che incomincia nell’anno del concepimento di Lucia, il 1936, si conclude, incompiuto, nel 1965. Ed è proprio questa incompiutezza – che il figlio Jeff ha arricchito con numerose fotografie della sua raccolta privata e con le lettere scritte in quegli anni da Lucia a familiari e amici – a rendere ancora più prezioso ciò che Lucia ci racconta ripescando dalla memoria scene e momenti privati.
Nella sua voce unica, la vita diventa finzione, ma quando si tratta della vita di una donna libera e inafferrabile come Lucia Berlin, è la stessa finzione che si rivela essere un’avvincente realtà