Cari amici vicini e lontani, questa settimana le segnalazioni in concorso sono state:
Ramsis Bentivoglio con la sua recesione del libro Il ragno nero di Gotthelf
Cristina Brocheri con M. Da Costa, Tutto il blu del cielo
Marco Grando con Virginia Woolf, Gli anni
Gabriella Ventura con F. Mauriac, Groviglio di vipere
Maria Luisa Bordoni con M. Buticchi, Le voci del destino
La settimana ha avuto inizio con la recensione di Ramsis del breve racconto di Gotthelf, pseudonimo di Albert Bitzius (1797-1854) . Questo scrittore svizzero, fervente cattolico, imbastisce qui una storia tra l’horror e la fede di cui Ramsis scrive: “ A volte un po’ moralista, a volte un po’ vittima della superstizione dato dal fervore religioso, Gotthelf, nonostante tutto, riesce a imbastire una storia horror macabra e cruda. Infatti, non si risparmiano truculenze e scene splatter.”
Cristina ci riporta ai giorni nostri invitandoci a leggere la storia di libertà e coscienza di un giovane che decide di lasciare tutto e lanciarsi in un viaggio con una compagna a dir poco improvvisata. A questo proposito Cristina ci scrive: “Il libro racconta di un ragazzo che scopre di dover morire per la diagnosi di Alzheimer precoce. Non vuole morire in ospedale, compianto da chi ama, quindi decide di partire per un viaggio senza ritorno …. ed inserisce un annuncio per cercare un compagno di viaggio. Risponderà all’appello una ragazza introversa.” Tutto il blu del cielo, esordio di Mélissa Da Costa è una storia di rinascita che dalla sofferenza vede sbocciare, pura e irrefrenabile, una gioia di vivere nuova, la bellezza assoluta della scoperta dell’altro, la magia del sentirsi umani.
Marco ci segnala un romanzo di Virginia Woolf, Gli anni, che nella produzione della scrittrice inglese brilla per essere quel che si usa definire un romanzo di famiglia. Leggendolo si seguono le vicende degli Pargiter dagli ultimi anni dell’ottocento fino agli anni trenta del novecento. La cosa particolare è che il punto di vista è spesso quello che si instaura tra cugini, tra zii e nipoti, spesso non sposati tanto che a questo proposito Marco ci scrive: “Che dire di Virginia Woolf che non sia già stato detto. Una narrazione famigliare dal punto di osservazione di fratelli, sorelle e cugini.”
Gabriella continua nella sua ricerca di antichi e poco conosciuti capolavori. Questa volta tocca al premio nobel per la letteratura Mauriac col suo Groviglio di vipere, del quale Gabriella ci scrive: “Ed eccomi qui di nuovo, con altro testo freschissimo ( scritto nel 1932…): Groviglio di vipere di François Mauriac, premio Nobel 1952 per la letteratura. Letto nell’edizione italiana Oscar Mondadori 1972 con la traduzione di Mara Dussia ( non so se ne esistano di più recenti, la traduzione è del 1952). Mi rendo conto ora che la storia rievoca il successivo “Il capofamiglia” di Ivy Compton Burnett, letto lo scorso anno grazie ad una segnalazione di Primailettori di “Servo e serva” della medesima autrice, pubblicato solo 3 anni dopo, ambientato questo in Inghilterra, l’altro in Francia.Entrambi hanno come protagonista un capofamiglia umorale, ruvido, dispotico, temuto che in “Groviglio di vipere” si narra spiegando le ragioni e l’origine del suo carattere e dei suoi comportamenti che col trascorrere degli anni tendono a stemperarsi. Molto marcata nella narrazione è anche la componente religiosa, vissuta in modo completamente difforme dal protagonista e dal resto della famiglia.”
Maria Luisa, infine, con il libro di Buticchi ci fa fare un salto nella storia del novecento e in Argentina. in un crescendo di avventure e ricostruzioni che fanno di questo romanzo un mix potente tra veridicità e fantasia. La protagonista del libro è, infatti, la misteriosa barbona Luce de Bartolo che viene salvata nelle vie di Parigi, grande soprano e amica di Evita Peron. Con lei riviviamo le vicende dell’ascesa del colonnello al potere e dei suoi oscuri legami con la finanza internazionale e con sopravvissuti all’orrore del nazismo.
Buon fine settimana a tutti




