Cari amici vicini e lontani, questa settimana abbiamo queste segnalazioni in concorso:
Cristina Brocheri con A. Berest, La cartolina
Rosa Ghislandi con la foto Libri Uzbechi
Rita Orfé con la recensione del romanzo di G.Secchi Non c’è tempo per un tango
Gabriella Ventura con E. Berridge, Le cose non dette
Ramsis Bentivoglio con il filmato La casa dei libri (per il concorso Foto Leggere)
Gilberto Marchi con F. Aramburu, I rondoni
La cartolina della Berest che ci manda Cristina è una storia di Olocausto, ma non tanto e non solo. E’ la storia degli ebrei nel novecento in Europa. La famiglia della Berest, infatti, a inizio del novecento lascia la Russia a causa dei pogrom e dopo un viaggio avventuroso riesce a raggiungere Costanza da dove risalendo il Reno si imbarcano per la Palestina. La Palestina non è però un luogo sicuro e quindi la famiglia rientra in Europa e va ad abitare a Parigi dove vive tranquilla fino all’arrivo dell’occupazione nazista. Da qui campi di concentramento per alcuni ed entrata nella Resistenza per altri. Nel presentarcelo Cristina scrive: “Storia vera,ricostruita da una nipote di sopravvissuti all’olocausto. In certi punti straziante, ma la Storia purtroppo è questa.”
Rita recensisce il romanzo di Secchi Non c’è tempo per un tango. Anche in questo caso siamo in qualche modo dentro alla storia, anche se decisamente più recente. Siamo nel 1978 una giovane argentina sfugge alla dittatura e va a New York dove incontra un altrettanto giovane italiano: i due si amano intensamente, finché lei lo molla improvvisamente per ricomparire dopo sei mesi a Milano. Il colpo di fulmine si rinnova, ma ancora una volta lei scompare. Molti anni dopo i due si ritrovano durante un viaggio dell’ormai non più giovane italiano in Argentina. Al termine della sua recensione Rita scrive: “È possibile rivivere il tempo passato? Quanto dura un amore? Fino a quando è possibile innamorarsi? Quanto della nostra vita è nelle nostre mani e quanto nelle mani del caso e della Storia?” mi pare che in queste domande stia il senso del romanzo.
Anche questa settimana Gabriella ci manda un libro vecchiotto. Si tratta di Le cose non dette della Berridge, giornalista e scrittrice inglese ormai defunta. A questo proposito Gabriella ci scrive: “L’ho trovato in una casetta di book crossing a Sanfront (CN). E’ uno spaccato interessante della vita e mentalità inglese di provincia nell’Inghilterra anni 50/60 e anche delle manie e oppressioni che possono derivare dalla famiglia, soprattutto in presenza di ”cose non dette”. Nel leggere le pagine che Gabriella ci ha inviato sono rimasto colpito da questa frase: “Ma era quasi bella, gli occhi riflettevano una sofferenza, il volto era venuto a patti con la vita, e i patti erano stati gravosi. La volontà, la sconsiderata volontà femminile aveva cominciato a realizzare che certe cose devono essere accettate.”
Gilberto, infine, ci invia l’ultimo romanzo di Aramburu, autore del pluripremiato Patria. Qui al contrario del precedente siamo fuori dalla Storia e con le dinamiche sociali. Qui, quasi per contrappunto, seguiamo le vicende intime del protagonista, un professore di filosofia, che è stanco della vita e delle delusioni subite. Nel prepararsi a quello che nelle sue intenzioni sarà il suo ultimo gesto, Toni, questo il nome del professore, inizia a tenere un diario che progressivamente si trasforma in una raccolta di ricordi, su suo padre e sua madre, sulla propria famiglia, sugli amori vissuti o sognati, una sorta di zibaldone che contrariamente alle intenzioni dell’autore appare essere un inno alla vita, alla capacità di rinnovarsi e ritornare, come i rondoni fanno ad ogni primavera. Gilberto, per la verità, è perplesso tanto che ne scrive: “La trama non è certo appassionante, ma lo stile è scorrevole. Il romanzo risulta un po’ noioso nella prima parte, ma intrigante nella seconda. Un po’ troppo lungo per i miei gusti.”
Come ricordato in settimana abbiamo avuto anche due foto per il concorso Foto Leggere, o, meglio, una foto e un breve filmato. La casa dei libri di Ramsis mette allegria a qualsiasi vero lettore o lettrice.
Buon fine settimana



