Sempre in collaborazione con la libreria La Zafra di Chiavari pubblichiamo i dieci libri più venduti in settembre.

1. VINCENZO GUEGLIO L’ombra è del fiume GAMMARO’
2 RAYNERI GAJA Un libro di guarigione HARPER COLLINS
3 CORCIOLANI Di rosso e di luce RIZZOLI
4 ZANNONI I miei stupidi intenti SELLERIO
5 BUSSOLA Il rosmarino non capisce l’inverno EINAUDI
6 PERILLO I vostri nomi sono scritti nei cieli RIZZOLI
7 STEPHEN KING Fairy tale SPERLING KUPFER
8 DOSTOEVSKIJ Il coccodrillo ADELPHI
9 CIORAN Finestra sul nulla ADELPHI
10 BORGNA Apro l’anima e gli occhi INTERLINEA


1. VINCENZO GUEGLIO L’ombra è del fiume GAMMARO’ – Con L’ombra è del fiume, ultimo libro scritto da Vincenzo Gueglio prima di lasciarci, si chiude un cerchio aperto nel 1987 quando venne pubblicato il suo romanzo d’esordio Il privilegio di Fernand Gachet. Un cerchio esteso dunque trentacinque anni nei quali Gueglio ha compiuto un percorso letterario più che mai laborioso e multiforme, passato dalla saggistica storica, come nei volumi dedicati a Seneca e a Lorenzino dei Medici, a quella letteraria realizzata nelle pagine che hanno tracciato fondamentali ritratti di Giacomo Leopardi e di Carlo Bo, passato dalle traduzioni come quella dei Viaggi di Grulliver di Jonathan Swift ai libri sulle storie meno note della Sestri Levante nelle Biografie non autorizzate, dai testi teatrali come quello ispiratogli da Cristoforo Colombo e fino alle fiabe di Tojo Tejo e il mistero dei Lele Fantino. Multiforme ingegno si potrebbe allora definire quello di Vincenzo Gueglio, ma un tratto comune hanno quasi tutte queste pagine ed è appunto il tratto comune che unisce il suo libro d’esordio a quello del commiato che troppo sbrigativamente definiremmo romanzi; certo in essi si raccontano storie e s’incontrano personaggi, ma tutto ciò ha una funzione simbolica e concorre ed esporre la sua visione filosofica della vita: una visione aspra e dolente, sulla quale tuttavia, a stemperarne i toni, aleggia quella bonaria ironia propria del suo inconfondibile personaggio.
2 RAYNERI GAJA Un libro di guarigione HARPER COLLINS – È possibile che a volte andare in pezzi possa servire a farci tornare più interi? Gaia ha ventiquattro anni, è indipendente economicamente, vive da sola e il suo futuro sembra splendere di luminose promesse. Ma improvvisamente scende un’oscurità che la opprime, togliendole la voglia di lavorare, di vedere persone, perfino di uscire di casa. Dopo una visita con uno psichiatra, arriva il responso: ha un “disturbo borderline di personalità”. La diagnosi, dapprima accolta come promessa di cura, diventa una prigione, assieme al suo cammino codificato, fatto di sedute di terapia, di psicofarmaci, di test periodici. Per un fine che non sembra essere lo “stare bene” quanto lo “stare meno peggio”. Ma questo libro non è il racconto di un dolore. È, sin dal titolo, la storia di una guarigione, raccontata con la speranza di fare del bene anche a chi la legge. Perché Gaia a un certo punto riesce a cambiare sguardo, abbandonando quello che contrappone la sanità e la normalità alla malattia, rinunciando alla prospettiva delle definizioni diagnostiche a favore della prospettiva dell’anima, “quel puntino di luce infinita che c’è dentro ognuno di noi”. Una prospettiva fatta di cura di sé, di accettazione delle proprie ferite, della comprensione che il dolore può essere un dono. E che spesso, come nella celebre frase attribuita a Rilke, le nostre paure più profonde sono come i draghi delle fiabe che proteggono i nostri tesori più grandi. Gaia, così facendo, riesce a intraprendere un cammino di salvezza e di amore, verso il prossimo, verso di sé. A più di dieci anni di distanza dal suo fortunatissimo esordio Pulce non c’è, Gaia Rayneri torna con un libro autobiografico, che muta un profondo dolore in una splendente speranza. Con un approccio sincretico, che va dal Cristianesimo al Buddismo, da Freud a Seneca, da Foucault alle tecniche di meditazione, Un libro di guarigione può accompagnare la vita di ogni essere umano, mostrandogli come affrontare i dolori, le difficoltà e le solitudini anche quando sono apparentemente insormontabili e ricordando che la felicità dell’anima è l’obiettivo più importante e più raggiungibile che esista.
3 CORCIOLANI Di rosso e di luce RIZZOLI – “Le storie di Valeria Corciolani sono dense di ironia e giocosità, ambientate in una Liguria solare e inquieta.” – Luca CroviNonostante faccia di tutto per restare fuori dai guai, Edna Silvera, storica dell’arte e restauratrice di grande talento, finisce coinvolta in una nuova indagine. Questa volta il mistero riguarda il furto di una preziosa statuetta, sottratta dalla magnifica villa di un collezionista sulle colline genovesi di Albaro. Insieme al pezzo, di grande pregio, di proprietà del cavalier Petracchi sono scomparse anche le pagine di tre manoscritti medievali. Così Edna si troverà a seguire lo strano filo rosso che, dalle miniature sui volumi antichi, si snoderà tra Genova, Roma, Venezia fino alle morbide colline piemontesi, lasciandole anche il tempo per un’inaspettata sintonia con Giacomo, il fratellastro del cavaliere. In un tiepido novembre della Riviera ligure, fra impeccabili maggiordomi, silenziosi gabbiani, pesci scarlatti e segreti inconfessabili, sarà proprio quel filo rosso che viene da un passato fatto di donne, arte e colori a cucire le pieghe di un’affilata e imprevedibile commedia nera.
4 ZANNONI I miei stupidi intenti SELLERIO – Questa è la lunga vita di una faina, raccontata di suo pugno. Fra gli alberi dei boschi, le colline erbose, le tane sotterranee e la campagna soggiogata dall’uomo, si svela la storia di un animale diverso da tutti. Archy nasce una notte d’inverno, assieme ai suoi fratelli: alla madre hanno ucciso il compagno, e si ritrova a doverli crescere da sola.
Gli animali in questo libro parlano, usano i piatti per il cibo, stoviglie, tavoli, letti, accendono fuochi, ma il loro mondo rimane una lotta per la sopravvivenza, dura e spietata, come d’altronde è la natura. Sono mossi dalle necessità e dall’istinto, il più forte domina e chi perde deve arrangiarsi. È proprio intuendo la debolezza del figlio che la madre baratta Archy per una gallina e mezzo. Il suo nuovo padrone si chiama Solomon, ed è una vecchia volpe piena di segreti, che vive in cima a una collina. Questi cambiamenti sconvolgeranno la vita di Archy: gli amori rubati, la crudeltà quotidiana del vivere, il tempo presente e quello passato si manifesteranno ai suoi occhi con incredibile forza. Fra terrore e meraviglia, con il passare implacabile delle stagioni e il pungolo di nuovi desideri, si schiuderanno fra le sue zampe misteri e segreti. Archy sarà sempre meno animale, un miracolo silenzioso fra le foreste, un’anomalia. A contraltare, tra le pagine di questo libro, il miracolo di una narrazione trascinante, che accompagna il lettore in una dimensione non più umana, proprio quando lo pone di fronte alle domande essenziali del nostro essere uomini e donne. I miei stupidi intenti è un romanzo ambizioso e limpido, ed è stato scritto da un ragazzo di soli venticinque anni. Come un segno di speranza, di futuro, per chi vive di libri.
5 BUSSOLA Il rosmarino non capisce l’inverno EINAUDI – Una donna sola che in tarda età scopre l’amore. Una figlia che lotta per riuscire a perdonare sua madre. Una ragazza che invece non vuole figli, perché non sopporterebbe il loro dolore. Una vedova che scrive al marito. Una sedicenne che si innamora della sua amica del cuore. Un’anziana che confida alla badante un terribile segreto. Le eroine di questo libro non hanno nulla di eroico, sono persone comuni, potrebbero essere le nostre vicine di casa, le nostre colleghe, nostra sorella, nostra figlia, potremmo essere noi. Fragili e forti, docili e crudeli, inquiete e felici, amano e odiano quasi sempre con tutte sé stesse, perché considerano l’amore l’occasione decisiva. Cadono, come tutti, eppure resistono, come il rosmarino quando sfida il gelo dell’inverno che tenta di abbatterlo, e rinasce in primavera nonostante le cicatrici. Un romanzo in cui si intrecciano storie ordinarie ed eccezionali, che ci toccano, ci interrogano, ci commuovono. «Ho deciso di scrivere di donne perché non sono una donna. Perché ho la sensazione di conoscerle sempre poco, anche se vivo con quattro di loro. E perché è piú utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già».
6 PERILLO I vostri nomi sono scritti nei cieli RIZZOLI – Una biografia unica dedicata alla vita e alla straordinaria attività di Rose Busingye, figura di ispirazione dentro e fuori dal mondo religioso, per raccontare l’eccezionale esperienza di solidarietà e aiuto portata avanti da molti anni in Uganda, nel cuore del continente africano. Davide Perillo – scrittore e giornalista a lungo direttore della rivista “Tracce” – racconta la storia di coraggio, di fede e di servizio che ha portato Rose Busingye a essere un punto di riferimento per tutto il mondo degli aiuti allo sviluppo: infermiera professionista, Rose si è dedicata alla cura di donne vittime di violenza e a pazienti affetti da HIV/AIDS aiutandoli a guardare oltre la malattia e la povertà. Con la sua attività è riuscita a restituire speranza e dignità a chi l’aveva perduta: grazie all’incontro con una figura chiave come don Luigi Giussani e all’aiuto di organizzazioni missionarie e realtà come AVSI, Rose ha dato vita al Meeting Point International di Kampala, creando non solo un luogo di cura per i malati, ma anche due scuole, un centro di formazione per gli insegnanti e soprattutto uno spazio di dialogo e accoglienza, aperto a chiunque voglia avvicinarsi. Un’ispirazione e una testimonianza resa ogni giorno con la propria vita, che in questo testo viene per la prima volta raccontata da chi ne è protagonista.
7 STEPHEN KING Fairy tale SPERLING KUPFER – Charlie Reade è un diciassettenne come tanti, discreto a scuola, ottimo nel baseball e nel football. Ma si porta dentro un peso troppo grande per la sua età. Sua madre è morta in un incidente stradale quando lui aveva sette anni e suo padre, per il dolore, ha ceduto all’alcol. Da allora, Charlie ha dovuto imparare a badare a entrambi. Un giorno, si imbatte in un vecchio – Howard Bowditch – che vive recluso con il suo cane Radar in una grande casa in cima a una collina, nota nel vicinato come «la Casa di Psycho». C’è un capanno nel cortile sul retro, sempre chiuso a chiave, da cui provengono strani rumori. Charlie soccorre Howard dopo un infortunio, conquistandosi la sua fiducia, e si prende cura di Radar, che diventa il suo migliore amico. Finché, in punto di morte, il signor Bowditch lascia a Charlie una cassetta dove ha registrato una storia incredibile, un segreto che ha tenuto nascosto tutta la vita: dentro il capanno sul retro si cela la porta d’accesso a un altro mondo. Una realtà parallela dove Bene e Male combattono una battaglia da cui dipendono le sorti del nostro stesso mondo. Una lotta epica che finirà per vedere coinvolti Charlie e Radar, loro malgrado, nel ruolo di eroi. Dal genio di Stephen King, una nuova avventura straordinaria e agghiacciante, una corsa a perdifiato nel territorio sconfinato della sua immaginazione.
8 DOSTOEVSKIJ Il coccodrillo ADELPHI – Pietroburgo, anni Sessanta dell’Ottocento. In un negozio del Passage, l’elegante galleria commerciale – la prima in Russia – inaugurata nel 1848 sul Nevskij prospekt, un tedesco espone a pagamento un coccodrillo. Il funzionario Ivan Matveič, uomo supponente e ignorante, e la sua bella moglie Elena Ivanovna vanno ad ammirare l’esotica attrazione con un amico di famiglia. Ma quando Ivan Matveič cerca di solleticargli il naso con un guanto, il coccodrillo lo inghiotte in un solo boccone. Sventrare l’animale sembrerebbe l’unica soluzione – «retrograda», però, osserva un progressista di passaggio. E lo stesso Ivan Matveič, dal ventre del suo leviatano – grande, comodo, solo un po’ troppo odoroso di gomma –, fa sapere che vuole restarsene lì dentro. Lontano dagli svaghi mondani, sostiene, potrà dedicarsi come un «nuovo Fourier» a migliorare le sorti del genere umano, e «dal coccodrillo … verranno la verità e la luce». Mentre al Passage la gente si accalca per vedere il «mostro», Ivan Matveič – caustica parodia di Černyševskij e di tutti i pensatori «rivoluzionari» dell’epoca – continua a fantasticare sulle nuove magnifiche sorti e progressive della patria russa.
Strizzando l’occhio al Naso di Gogol’, anticipando altre e più tremende metamorfosi novecentesche, divertendosi e divertendo, Dostoevskij presagisce il trionfo della borghesia, il culto del benessere e del profitto, fino alla passione per gli shopping center, e costruisce l’immagine di un «nuovo mondo» tanto risibile quanto mostruoso.
9 CIORAN Finestra sul nulla ADELPHI – Quando, dopo la morte di Cioran, furono ritrovati i trentaquattro taccuini che per quindici anni aveva riempito con le annotazioni più disparate, si rimase sbalorditi di fronte a quell’imponente giacimento, raccolto poi in un libro, Quaderni, che leggiamo oggi come uno dei vertici della sua opera. A quel libro possiamo ora affiancare – e sarà come integrare in un mosaico numerose tessere mancanti – questa raccolta di frammenti rinvenuti nella Bibliothèque Doucet di Parigi. Risalgono alla metà degli anni Quaranta, e sono le ultime pagine che Cioran scrisse in romeno, quando già da sette anni si trovava a «muffire gloriosamente nel Quartiere Latino». E anche qui, tra schegge sulfuree, sentenze fulminanti, spietate dissezioni del proprio intimo, ci aggireremo nelle stanze più segrete di un pensiero in perpetua ebollizione – capace come sempre di trafiggere, con un colpo secco e preciso, tutto ciò che lo circonda: «L’imbecille basa la sua esistenza solo su ciò che è. Non ha scoperto il possibile, la finestra sul Nulla».
10 BORGNA Apro l’anima e gli occhi INTERLINEA – «Apro l’anima e gli occhi» è il verso di Clemente Rebora che ispira Eugenio Borgna ad aprire il suo e il nostro cuore su temi essenziali del senso della vita come i modi in cui comunichiamo: con le parole o con il silenzio. Il grande psichiatra e scrittore fa capire quale sia la vera sorgente di emozioni, pensieri e scelte, anche di fronte al dolore dell’anima e del corpo che disturba ogni dialogo. Così anche l’esperienza della paura del Covid può lasciare però spazio alla speranza. L’invito è di rivivere gli incontri passati dell’esistenza di ciascuno per comprendere la realizzazione presente della propria coscienza interiore. Un libro per «salvare il silenzio in un momento storico in cui lo si aggredisce da molte parti».