Da Marco Grando riceviamo M. Benedetti, Grazie per il fuoco, La nuova frontiera

Marco Grando scrive: un libro scritto alcune decine di anni fa da questo scrittore uruguajo che per me è stato una piacevole scoperta. Un padre magnate della carta stampata, un figlio oppresso dalla ingombrante figura paterna arriverà a decidere di uccidere il padre. L’Uruguay sullo sfondo… una parte del Sudamerica meno nota di Argentina o Brasile

“E’ calata la sera su un venerdì di aprile del millenovecentocinquantanove, perciò in alto non si vede più il cielo, e in basso l’aria sembra meno sporca. In questo angolo della strada più lunga di Manhattan, l’illuminazione è modesta, ma sufficiente a modificare il colore dei moscerini che si avvicinano alla luce. Broadway non è tanto rappresentativa dello Spanish Harlem come può esserlo Madison; qui almeno non vengono i turisti dell’Idaho e del Wyoming a fotografare portoricani con la Kodachrome”

Dalla presentazione dell’editore:

Edmundo e Ramón Budiño due generazioni a confronto sullo sfondo di un paese immobile e corrotto, che non è più quello del padre ma ancora non ha trovato il coraggio di diventare quello del figlio. Edmundo è un uomo arrogante, avido di potere e disonesto che opprime i figli e la moglie. Ramón, al contrario, è un quarantenne indeciso che sente il bisogno di cambiare le cose ma che fatica a trasformare i suoi pensieri in azioni. Non vuole assomigliare a suo padre ma ogni volta si decide e lo affronta le parole gli vengono meno. Per uscire da questo vicolo cieco ma soprattutto per restituire a suo figlio Gustavo i sogni e la speranza che lui stesso non riesce più a coltivare, Ramón decide di commettere un atto estremo: uccidere suo padre. Benedetti, grande cronista dell’animo umano, ci svela con la sua impareggiabile prosa quell’inestricabile groviglio di delusioni e speranze che chiamiamo vita.