Da Cristina Brocheri riceviamo J. S. Foer, Molto forte, incredibilmente vicino.

Nella email con cui ce lo segnala, Cristina scrive: “Di questo libro ci hanno fatto un film…che pero’ come spesso accade non riesce a rappresentare appieno il libro. Il libro è molto più complesso perché la narrazione salta dal presente al passato per far capire piano, piano la storia dei personaggi e la loro formazione. Il libro inizia dalla tragedia delle Torri Gemelle e da un padre ed un figlio uniti dagli enigmi e dalla voglia di stare insieme. Sarà proprio questa voglia di non perdere il padre, che il protagonista, un bambino, cercherà di svelare l’ultimo indovinello lasciatogli dal padre e questa caccia al tesoro per New York, lo porterà ad avere un premio molto prezioso. Ps: questo libro va letto cartaceo, la versione ebook non credo che renda allo stesso modo.”


Appena qualche mese dopo il matrimonio cominciammo a delimitare delle zone dell’appartamento chiamandole “Luoghi di Niente”, dove era garantita un’intimità assoluta. Convenimmo di non guardare mai le zone di esclusione, erano territori che non esistevano, dove per un po’ era possibile cessare di esistere. Il primo fu quello in camera da letto, ai piedi del letto, lo segnammo sulla moquette col nastro adesivo rosso, ed era grande giusto per starci in piedi, era un posto carino per sparire, sapevamo che era lì ma non lo guardavamo mai, e funzionava così bene che decidemmo di creare un Luogo di Niente nel soggiorno. Sembrava indispensabile perché a volte uno ha voglia di sparire e basta. Questa zona la facemmo leggermente più ampia, in modo da potercisi sdraiare, una regola era non guardare mai quel rettangolo di spazio, non esisteva, e quando c’eri dentro non esistevi nemmeno tu, per quel po’ di tempo che bastava, ma solo un po’. Ci servivano altre regole, e il nostro secondo anniversario delimitammo tutta la camera degli ospiti come Luogo di Niente. Sul momento l’idea ci sembrò buona, qualche volta una piccola zona ai piedi del letto, o un rettangolo in soggiorno, non bastava, il lato della porta che dava sulla camera degli ospiti era Niente, quella che dava sul corridoio era Qualcosa, il pomello che li collegava non era ne’ Qualcosa ne’ Niente.”

Dalla presentazione dell’editore:

A New York un ragazzino riceve dal padre un messaggio rassicurante sul cellulare: “C’è qualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma è tutto sotto controllo”. È l’11 settembre 2001. Tra le cose del padre scomparso il ragazzo trova una busta col nome Black e una chiave: a questi due elementi si aggrappa per riallacciare il rapporto troncato e per compensare un vuoto affettivo che neppure la madre riesce a colmare. Inizia un viaggio nella città alla ricerca del misterioso signor Black: un itinerario ricco di incontri che lo porterà a dare finalmente risposta all’enigmatico ritrovamento e ai propri dubbi. E sarà soprattutto l’incontro col nonno a fargli ritrovare un mondo di affetti e a riaprirlo alla vita.

Oskar, un newyorkese di nove anni, ha persona il padre nell’attaccoo alle Torri Gemelle. Per non soccombere sotto il peso del dolore si aggrappa alle proprie risorse, cerca conforto nella fantasia e nella curiosità, più che nell’abbraccio di chi gli è rimasto. Un giorno, non troppo per caso, nell’armadio del padre scopre una busta che contiene una chiave. Sul retro della busta c’è una scritta: «Black». Che serratura apre quella chiave? E se Black è un nome, chi è Black? Per scoprirlo Oskar intende bussare alla porta di tutti i Mr e Mrs Black della città: forse uno di loro sa qualcosa, conosce un segreto che può farlo sentire più vicino al padre. E se il viaggio attraverso i cinque distretti di New York non gli riporterà chi se n’è andato per sempre, forse gli recherà altri doni… Una storia che fa sorridere, piangere, ridere e riflettere. Il romanzo che ha consacrato uno dei maggiori giovani talenti della nuova narrativa americana

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