Da Rosa Ghislandi riceviamo A. Lattanzi, Questo giorno che incombe.

Nella email di accompagnamento Rosa ci scrive: “Romanzo potente. Francesca e Massimo si sono trasferiti da Milano a Roma, dove pensano di vivere una vita libera con le loro due bambine, ma la tragedia si accanisce contro i più indifesi. L’avvicinarsi da lontano a qualcosa che ci minaccia e che mano mano metti a fuoco come una verità dolorosa (dentro ognuno di noi ci sono tanti lati oscuri.) Storia dal ritmo incalzante tra realtà e finzione che lascia senza fiato fino all’ultima pagina. Ispirato ad un episodio di cronaca avvenuto a Bari nel palazzo dove l’autrice ha vissuto, riflette sul dubbio sul dolore e il sospetto seminato da un’intera comunità condominiale.”


“Francesca spostò gli occhi dai palazzi. Solo allora si accorse che il cortile traboccava di bambini. Solo allora sentì i gridolini divertiti, le risate, lo scalpiccio dei passi e delle corse. La invase una bella sensazione. In fondo, sotto l’ultima coppia di palazzi, uno scivolo di plastica rosso e giallo e un’altalena rossa era assaltati dai più piccoli. Ancora più in giù, al limitare del cortile, un casotto giallo limone, nuovo di zecca. Tutti quei colori erano un presagio di primavera e sotto quel sole che sembrava estivo luccicavano.”

Dalla presentazione dell’editore:

Qui saremo al sicuro. Francesca lo pensa mentre sta per varcare il cancello rosso fuoco della sua nuova casa. Accanto a lei c’è Massimo, suo marito, e le loro figlie, ancora piccole. Si sono appena trasferiti da Milano a Giardino di Roma, un quartiere a metà strada tra la metropoli e il mare. Hanno comprato casa in un condominio moderno e accogliente, con un portiere impeccabile e sempre disponibile, vicini gentili che li accolgono con visite e doni, un appartamento pieno di luce che brilla in tutte le stanze. Il posto perfetto per iniziare una nuova vita. Perché Francesca è giovane, è bella, è felice. E, lo sa, qui a Giardino di Roma sarà libera. Eppure qualcosa non va. Dei dettagli cominciano a turbare la gioia dell’arrivo. Piccoli incidenti, ombre, che hanno qualcosa di sinistro. Ma sono reali o Francesca li sta solo immaginando? Appena messo piede nella nuova casa Massimo diventa distante, Francesca passa tutto il tempo sola in casa con le bambine e non riesce più a lavorare né a pensare. Le visite dei vicini iniziano a diventare inquietanti, sembra impossibile sfuggire al loro sguardo onnipresente. A poco a poco il cancello rosso che difende il condominio si trasforma nella porta di una prigione. E così, intrappolata nella casa, Francesca comincia a soffrire di paranoia e vuoti di memoria. Sempre più sola e piena di angosce, ha l’impressione che la casa le parli, che le dia consigli, forse ordini. Le amnesie si fanno sempre più lunghe e frequenti. Finché un giorno, dal cortile, arriva un grido. È scomparsa una bambina. Può essere sua figlia? E perché Francesca, ancora una volta, non sa cosa ha fatto nelle ultime ore? Liberamente ispirato a un episodio di cronaca avvenuto a Bari nel palazzo dove l’autrice è cresciuta, “Questo giorno che incombe” è un romanzo unico, bellissimo e prismatico, capace di accogliere suggestioni che vanno da Kafka a King, da Polanski a Dostoevskij, di attraversare più generi, dal thriller alla storia d’amore, di riflettere sulla maternità e le sue angosce, di parlare del male e del dubbio, e capace di riscrivere, tra realtà e finzione, una storia vera. Antonella Lattanzi ha già indagato gli abissi e le pieghe dell’animo umano in “Devozione” e “Una storia nera”, e adesso torna a farlo con il suo libro più importante. Con una lingua meravigliosa, appassionata e incalzante, “Questo giorno che incombe” racconta il sospetto, la speranza, il dolore, la passione, confermando lo straordinario talento dell’autrice e lasciando il lettore senza fiato, in un crescendo continuo dall’arrivo nella casa nuova fino alle indimenticabili pagine finali.

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