Cari amici vicini lontani, nella settimana appena trascorsa abbiamo avuto le seguenti segnalazioni:
Cristina Brocheri con J. Mott, Che razza di libro!
Rosa Ghislandi con C. Pelizzeni, Sempre dalla parte dei sogni
Rita Pugliese con la Foto LeggeraNella tana
Benedetta Manghi con S. H. Amigorena, Una infanzia laconica
Beatrice Lo Giudice con la Foto LeggeraL’assistente (la gatta)
Marco Grando con A. Gundar-Goshen, Dove si nasconde il lupo
Massimiliano Crispino con la recensione di Cacao amaro di Martina Dei Cas
Vediamo un po’.
Del libro di Mott Cristina ci scrive: “Durante un suo viaggio per l’America a promuovere il suo libro un autore incontra un bambino con il dono dell’invisibilitá. L’uomo crede sia frutto della sua fantasia, ma insieme affronteranno il tema del razzismo e la difficoltà di essere un nero in America, ancor oggi…” L’editore lo definisce commovente e feroce, esilarante e tragico, quindi deve essere un bel mix per una storia, quella della reale integrazione razziale negli Stati Uniti ancora largamente da scrivere specie in alcuni stati del Sud. (vedi per esempio le spassose vicende di Hap e Leonard di Lansdale)
Rosa ci segnala un libro apparentemente diciamo così di trekking. L’autore, infatti, anni fa ha mollato ogni cosa e si è messo a camminare per il mondo (dalle rive del Gange alla vetta del Kilimangiaro, dalle infinite strade australiane alle salite degli Appennini) e socializzare via internet le sue esperienze. Quelle contenute in queste pagine sono riflessioni sui cambiamenti che la nostra vita ha subito e sta subendo a causa delle grandi questioni che sconvolgono il pianeta e sulla possibilità che ognuno di noi ha di reinventarsi, di accettare nuove sfide, compresa innanzi tutto quella di comprendersi meglio.
Rita con la sua Foto Leggera ritrae un modo di godersi il mare e con questo tradisce una certa qual voglia di vacanza e tregua da pioggia e inverno.
Benedetta accompagna la sua segnalazione con queste parole: “Un’infanzia laconica, libro potente e ostico. Con pagine che rileggi assetato di farle tue fino in fondo perché ti urlano dentro e altre che rileggi per comprenderle. Di Amigorena avevo già letto Il ghetto interiore, che ho trovato poesia pura. Qui il protagonista ha scelto di parlare, nella vita, attraverso la scrittura e non con l’oralità. Troppo ha di dentro, troppo esilio, troppo oblio, troppi mondi diversi, troppa memoria: cerca di ricreare un ordine per non soccombere.“ Storia di due emigrazioni avvenute in opposte direzioni (dall’Europa all’Argentina per sfuggire ai nazisti e dall’Argentina all’Europa per sfuggire ai generali) il romanzo delinea una versione dell’ebreo errante che trova nel silenzio e nella sola parola scritta il proprio ambito vitale.
Beatrice con la sua Foto Leggera ritrae la sua assistente e annoiata lettrice: la sua gatta.
Marco del libro di A. Gundar-Goshen scrive: “Questa scrittrice israeliana è una maestra nello scandagliare l’animo umano quando è attanagliato dal dubbio. Uno dei più bei libri letti negli ultimi mesi.” Ancora una storia di ebraismo come nel libro segnalato da Benedetta. Qui siamo in America e una coppia che ha lasciato Israele per lasciarsi alle spalle la paura di attentati legge e vive con sgomento una delle tante stragi che avvengono negli Stati Uniti per mano di squilibrati armati. Peccato che questa sia avvenuta vicino a casa loro, nel loro supermercato, in un orario nel quale solo la sorte li ha difesi dall’essere presenti e potenzialmente vittime. Subito dopo il loro unico figlio viene coinvolto in un incidente in cui perde la vita un ragazzo: per alcuni non è stato un incidente, ma un omicidio e l’omicida è loro figlio. Scritte antisemite compaiono ovunque. Torna la paura e la difficoltà, impossibilità di comprendere cosa accade e anche chi ti sta più vicino.
Massimiliano, infine, studente del Percorso di II livello dell’ITS Aterno-Manthonè di Pescara, ci ha inviato la sua recensione del romanzo Cacao amaro di Martina Dei Cas. Il suo giudizio è questo: “Racconto che affronta le difficoltà femminili nel trovare il proprio spazio nel mondo, in un contesto che rende l’obiettivo ancora più difficoltoso, a causa della povertà e della mentalità che lascia la donna in una posizione marginale.
Molto toccante anche l’aspetto della difficoltà oggettiva della scolarizzazione in quei luoghi, che preclude a molti l’accesso allo studio e alla cultura. Il messaggio è di speranza, perché non dobbiamo demordere davanti alle difficoltà per cercare di migliorare noi stessi ed il mondo intorno a noi e lo possiamo fare soprattutto con piccole grandi dedizioni da portare avanti ogni giorno.”
Il concorso prosegue. Vi aspettiamo.
Buona domenica e buone letture.






