Cari amici vicini e lontani, questa settimana abbiamo ricevuto le seguenti segnalazioni:
Bruna Franceschini con K. Taylor, Destinatario sconosciuto
Michela Campi con A. Joshi, L’arte dell’hennè a Jaipur
Pietro Pancamo con la recensione di B. Fignon, Mille e un respiro
Rosa Ghislandi con P. Levi, Il sistema periodico
La storia che Bruna ci segnala è una storia di una amicizia che storia e religione incrinano. Siamo nel 1932 e Max, ebreo, è felice per il suo amico Martin che è appena rientrato nell’amata Germania. Di lì a poco tutto cambia e quella amicizia così solida, come detto, si incrina. Il romanzo, scritto in forma epistolare nel 1938, è una forte denuncia del nazismo. Ebbe un successo immediato, successo che continuò anche dopo la guerra con pubblicazioni in 20 diversi paesi, tra i quali, finalmente, anche la Germania che sotto il regime ne aveva vietata la stampa.
Michela, invece, ci porta con Joshi in India negli anni cinquanta del novecento. Storia di donne, di emancipazione, di famiglia, di cultura: La giovane Lakshmi ha lasciato un marito violento e il proprio villaggio per avere una vita propria, indipendente, sicura. Si guadagna da vivere facendo meravigliosi tatuaggi henné che rapidamente diventano i più richiesti in città. La famiglia, però, la rintraccia e le affida la più piccola delle sue sorelle, nata dopo che lei aveva già abbandonato casa. Il problema, però, è che la piccola tredicenne è incinta. Una nuova prova quindi la attende, una prova di cui avrebbe fatto volentieri a meno.
Pietro partecipa per la sezione recensioni scrivendo del libro di aforismi di Frignon Mille e un respiro. Beno Frignon, friulano, ma milanese d’adozione, è stato poeta, musicista e fotografo. Di questa raccolta di aforismi Pietro scrive: ” Si tratta indiscutibilmente d’un’opera simpatica che copiosamente offre e garantisce una gamma composita di pensieri schietti, i quali ragionano in libertà su Dio e l’uomo, per sorridere in piena sagacia su tv, scienza, amore, anima… e sull’esistenza in genere.”
Rosa, infine, ci ricorda quel capolavoro della letteratura italiana del novecento che è Il sistema periodico di Primo Levi. A questo proposito Rosa ci scrive: ““Ferro, azoto, oro, carbonio….sono ventuno gli elementi chimici che danno il titolo si racconti di questo libro. Solo un chimico come Levi poteva legarli alla letteratura. La vita professionale (scrittore partigiano ) vista attraverso la chimica. Levi scrive di chimica all’interno dei lager : Che io chimico, intento a scrivere le mie cose di chimica, abbia vissuto una stagione diversa, è stato raccontato altrove. A distanza di trent’anni (il romanzo viene pubblicato nel 1975) mi riesce difficile ricostruire quale sorta di esemplare umano corrispondesse , nel novembre del 1944, al mio nome , o meglio al mio numero 174517. Zinco, elogio alla purezza o elogio all’impurezza e Levi è fiero di essere impuro in quanto ebreo; la diversità tra gli uomini porta cambiamenti nella storia. Bellissimo libro”
Il concorso prosegue. Aspettiamo le vostre segnalazioni. Passate parola.
Buon fine settimana e buone letture.



