Da Rosa Ghislandi riceviamo Primo Levi, Il sistema periodico.

A questo proposito Rosa ci scrive: “Ferro, azoto, oro, carbonio….sono ventuno gli elementi chimici che danno il titolo si racconti di questo libro. Solo un chimico come Levi poteva legarli alla letteratura. La vita professionale (scrittore partigiano ) vista attraverso la chimica. Levi scrive di chimica all’interno dei lager : Che io chimico, intento a scrivere le mie cose di chimica, abbia vissuto una stagione diversa, è stato raccontato altrove. A distanza di trent’anni (il romanzo viene pubblicato nel 1975) mi riesce difficile ricostruire quale sorta di esemplare umano corrispondesse , nel novembre del 1944, al mio nome , o meglio al mio numero 174517. Zinco, elogio alla purezza o elogio all’impurezza e Levi è fiero di essere impuro in quanto ebreo; la diversità tra gli uomini porta cambiamenti nella storia. Bellissimo libro”


Incominciammo a studiare fisica insieme, e Sandro fu stupito quando cercai di spiegargli alcune delle idee che a quel tempo confusamente coltivavo. Che la nobiltà dell’Uomo, acquisita in cento secoli di prove e di errori, era consistita nel farsi signore della materia, e che io mi ero iscritto a Chimica perché a questa nobiltà mi volevo mantenere fedele. Che vincere la materia è comprenderla, e comprendere la materia è necessario per comprendere l’universo e noi stessi: e che quindi il Sistema Periodico di Mendeleev, che proprio in quelle settimane imparavamo laboriosamente a dipanare, era una poesia, più alta e più solenne di tutte le poesie digerite in liceo: a pensarci bene, aveva perfino le rime! Che, se cercava il ponte, l’anello mancante, fra il mondo delle carte e il mondo delle cose, non lo doveva cercare lontano: era lì, nell’Autenrieth, in quei nostri laboratori fumosi, e nel nostro futuro mestiere.