Da Rosa Ghislandi riceviamo S. Auci, I leoni di Sicilia.

Rosa ci scrive: “Chi di dà da fare non patisce “. Il lavoro è lo strumento per fare la scalata sociale, ma superata la concorrenza ancora il loro “sangue puzza di sudore”. Oltre alle difficoltà di togliersi di dosso l’etichetta di “facchini”, il vero nemico è non avere il sangue aristocratico; ed ecco la ricerca di matrimoni importanti e giochi di società. Gli uomini della famiglia Florio hanno bisogno di avere accanto donne eccezionali, pronte a sacrificare sentimenti, amore nel rispetto delle regole che sono tenute ad osservare. Giuseppina e Giulia sono donne diverse entrambe alla mercé delle scelte maschili, manovrate da uomini con relazioni complicate, ma che diventano porto sicuro e roccia inattaccabile. Vincenzo, figlio di Paolo e Giuseppina, non eccelle in simpatia, caparbio nella sua spinta imprenditoriale e comunque sempre coerente. Vicende personali e vicende storiche s’intrecciano nella vita dei protagonisti e sullo sfondo di anni inquieti per lo Stato Italiano dai moti del 1818 allo sbarco di Garibaldi in Sicilia.


“Ricorda, Ignazio. Tutto era iniziato circa due anni con un magazzino, un piccolo fondaco dove stivare le merci che acquistavano lunga la costa per rivenderla nell’isola.”

Dalla presentazione dell’editore:

Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione… E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri – il marsala – viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno – sott’olio e in lattina – ne rilancia il consumo… In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l’espansione dei Florio, ma l’orgoglio si stempera nell’invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri», «facchini» il cui «sangue puzza di sudore». Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell’ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e – sebbene non lo possano ammettere – hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, che sacrifica tutto – compreso l’amore – per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile.

Intrecciando il percorso dell’ascesa commerciale e sociale dei Florio con le loro tumultuose vicende private, sullo sfondo degli anni più inquieti della Storia italiana – dai moti del 1818 allo sbarco di Garibaldi in Sicilia – Stefania Auci dipana una saga familiare d’incredibile forza, così viva e pulsante da sembrare contemporanea.