Da Maurizio Piglia riceviamo D. Keyes, Fiori per Algernon.
“…Non so di che cosa si trata ma so che la relligione è Dio. Ma’ mi dicievatutto di lui e de le cose chavveva fatto per creare il mondo. Dicieva chedovvevo sempre amare Dio e pregarlo. Non ricordo come si fa a pregarloma credo che Ma’ mi facieva pregare Dio moltisimo cuandero bambinoperché lui maiutase a diventare milliore e a non amalarmi. Non ricordo diche cosa mi amalavo. Forse mi suciedeva perché non ero inteligiente.Comuncue Burt dicie che se lo sperimento riesse potrò capire tutte cue-ste cose che parlano gli studdenti e io ci o domandato credi che sarò inteli-giente come loro e lui a riso e a detto: cuei raggazi non sono poi tanto inte-ligienti tu li suppererai come se fosero fermi. …”
Dalla presentazione di Maurizio Piglia:
Se dovessi fare un omaggio alla letteratura anglosassone dopo 10 anni qui e una cittadinanza neozelandese, 2 titoli mi verrebbero in mente; The Catcher in the Rye (Il Giovane Holden in Italia…) e Fiori per Algernon.
J.D. Salinger con il Giovane Holden occupa un posto pari forse a Mark Twain con Huckleberry Finn e Tom Sawyer.
Ma e’ di Fiori per Algernon che vorrei parlare, dato che e’ stato messo in un angolo di un genere con lettori di nicchia Si, Fiori per Algernon e’ forse il piu’ bel racconto o, se volete, romanzo breve di fantascienza mai scritto e tratta di un tema difficilissimo come il ritardo mentale (e dell’handicap sociale che lo accompagna), rappresentandolo in maniera brillante e poetica, sia che interpreti le ragioni di chi l’handicap lo soffre sulla propria pelle, o di chi lo stigmatizza…spesso mancando persino della coscienza di farlo. Ed entrambe le posiziono sono incarnate nello stesso personaggio.
Daniel Keyes e’ entrato nella storia della letteratura esclusivamente per Fiori per Algernon….come J.D. Salinger ha scritto solo Holden.
La trama ? Lasciamola alla lettura e tratteggiamola soltanto….leggerlo vi portera’ via poco tempo, ma e’ un’esperienza notevole.
Algernon è un topo, ma non è un topo qualunque. Con un’audace operazione, uno scienziato ha triplicato il suo IQ, rendendolo forse più intelligente di alcuni esseri umani. Di certo più di Charlie Gordon che, fino all’età di trentadue anni, ha vissuto nella dolorosa consapevolezza di non essere molto… sveglio. Ma cosa succede quando quella stessa operazione viene effettuata su Charlie? Il diario di un uomo che “voleva soltanto essere come gli altri”.
Buona lettura.