Da Tarcisio Muratore riceviamo C. Ransmayr, Atlante di un uomo irrequieto, Feltrinelli.
“…E poi, quasi le notizie della radio gli avessero messo le ali e in esse avesse trovato conferma che questa terra, tutta la terraferma, era meglio lasciarla sotto di sé, laggiù in basso, il giovane albatro reale si alzò di nuovo in aria, ancora mezzo strozzato dal cibo, ma adesso, risoluto e caparbio, tenne le ali spiegate nella corrente ascendente, salì sempre più in alto come un aquilone, e alla fine, in un qualche punto lassù e sebbene gli albatri scivolino muti attraverso la loro esistenza di uccelli e alzino la voce solo nella stagione degli amori e nella lotta, si lasciò cadere in una perfetta virata con un lungo grido di trionfo e poi si allontanò veleggiando placidamente nella tempesta, enorme e privo di gravità, sopra scogliere aggredite dalle onde. …”
Dalla presentazione dell’editore:
“Ho visto…”: così iniziano tutti i settanta episodi di questa narrazione; lo sguardo partecipe e al tempo stesso distaccato di Ransmayr guida il lettore attraverso continenti, epoche, paesaggi del nostro pianeta vicini e lontanissimi, dai vulcani di Giava ai ghiacci del Polo Nord, dalle rapide del Mekong alla corrente del Danubio, dai passi dell’Himalaya all’isola degli ammutinati del Bounty. La concatenazione dei racconti crea una nuova geografia mentale del mondo, che in un susseguirsi di immagini vertiginose fotografa la vita, la morte e il destino dell’uomo sotto tutte le latitudini.
La potenza poetica della lingua, l’esattezza, l’attenzione estrema al dettaglio, lo sguardo imperturbabile fanno di questo libro un gioiello della letteratura e un imperdibile invito al viaggio.
Uno dei più grandi autori in lingua tedesca è anche un grande viaggiatore e con Atlante di un uomo irrequieto ci regala un meraviglioso giro del mondo in settanta racconti brevi.