Da Lorenza Rappoldi riceviamo:
Magda Szabò Via Katalin, Einaudi
“Diventare vecchi è un processo diverso da come lo rappresentano gli scrittori, e somiglia poco anche alle descrizioni della scienza medica. ….”
Dalla presentazione dell’editore:
Dalle tre case di via Katalin dove vivono Irén, Blanka, Henriett e Bálint si intravede il Danubio. I quattro bambini crescono insieme nella Budapest degli anni Trenta del secolo scorso, e insieme affrontano, ormai giovani adulti, il clima di insicurezza provocato dalla guerra e dalle persecuzioni antisemitiche. Presi come sono a districare quell’ingarbugliata matassa che è l’esistenza, nessuno di loro riesce a presagire con quanta violenza e tragica arbitrarietà il destino svierà il corso delle loro vite.
e ancora:
Sono l’una adiacente all’altra le case degli Elekes, degli Held e dei Bíró in via Katalin, a Budapest, i giardini divisi solo da permeabili staccionate. I bambini – Irén, Blanka, Henriett e Bálint – giocano e crescono insieme in questo piccolo paradiso che neanche la guerra sembra intaccare. Con maggiore o minore consapevolezza e con modalità diverse, crescendo, le tre ragazze si innamorano tutte di Bálint. Non è un mistero per nessuno, però, che lui sposerà Irén, figlia maggiore dell’insegnante Ábel Elekes. Il loro fidanzamento, nella primavera del 1944, segnerà per tutti la contraddittoria e dolorosa uscita dall’infanzia e dall’adolescenza. Quel giorno, Irén, in attesa del pranzo, dalla finestra fa ancora in tempo a scorgere i signori Held, mentre escono per sbrigare una pratica. Poco dopo verranno intercettati durante una retata: vittime delle persecuzioni antisemitiche del governo Horthy, non faranno mai più ritorno. Solo la piccola, fragile Henriett si salva, immediatamente nascosta dal padre di Bálint, un maggiore dell’esercito ungherese. Sarà un breve rinvio. Spinta dal desiderio di risentire un’ultima volta gli odori della sua casa, che, posta sotto sequestro, sta per essere sgomberata, una notte Henriett scende di nascosto in giardino: impaurito, il soldato di guardia le spara «due colpi al chiaro di luna». Nessuno pensa più al fidanzamento o al matrimonio, in via Katalin tutto si sfalda, niente nella vita dei protagonisti sarà più come prima. La guerra finisce, l’Ungheria cambia, conosce altri drammi, e mentre Irén, Blanka e Bálint devono fare i conti con l’irrefrenabile naufragio delle loro esistenze, il fantasma di Henriett osserva l’evolversi dei rapporti fra le persone che ha amato.
Con un arco temporale che si estende da 1934 alla fine degli anni Sessanta, Via Katalin (che in Ungheria venne pubblicato nel 1969) è forse l’opera più corale di Magda Szabó: un romanzo di grande suggestione, che coinvolge il lettore nella dolente nostalgia del ricordo e dei sogni non realizzati.
«Con grazia e semplicità conturbanti, Magda Szabó ci dice che di tutto ciò che costituisce un’esistenza, solo alcuni luoghi ed episodi contano veramente […] Ad affascinare è la sua profonda riflessione su quanto conserviamo e su quanto abbandoniamo». «Le Monde des Livres»