Carlo Moreno recensisce G. Dimaggio, Il diavolo prenda l’ultimo.
“Il romanzo, che a tratti è un saggio di psicologia, narra la storia di uno psicoterapeuta all’inizio della propria carriera ( Lorenzo ) che viene abbandonato nel giro di poco tempo da tre pazienti sofferenti di un disturbo della personalità noto con il nome di Narcisismo; ciò lo induce ad approfondire i suoi studi attraverso la lettura di numerose opere di alcuni suoi colleghi che da anni hanno studiato queste tematiche come: Otto Kremberg, ma soprattutto Heinz Kohut e Arnold Modell.
Le letture da cui prende spunto lo portano a percorrere un percorso di cura, per i suoi pazienti che è sapientemente descritto nell’opera e Il lettore viene trasportato, pian piano nella vita di Aurora, Adamo e Richard che raccontano le proprie esperienze di vita, le scelte che fanno, e le sensazioni che provano.
Parallelamente si svolge la vita di Lorenzo, anch’essa ancora con nodi da sciogliere, scelte da compiere e affetti da coltivare o da cui fuggire
Un ruolo fondamentale è svolto anche da Antonella il suo supervisore che lo aiuta con i suoi pazienti, ma anche a mettere a fuoco il rapporto affettivo con Bianca anch’essa con caratteristiche narcisistiche.
Nel corso dell’opera vengono definite due tipologie di narcisisti: gli ouvert e i couvert dominati dal senso di colpa o dalla vergogna o meglio alternativamente dall’una o dall’altra e delle loro strategie difensive tra le quali anche la fuga.
Viene talvolta evidenziata la loro tendenza a sopravalutarsi, da Lorenzo definito superciufolismo, ma anche la sofferenza per non sentirsi all’altezza: ovvero i migliori.
La loro ansia di primeggiare è dovuta al fatto che ciò dal loro punto di vista li renderebbe degni di ammirazione affetto ed attenzione mentre il mostrare la loro vulnerabilità li allontanerebbe da questo bisogno, che sentono fortissimo, in quanto nella loro infanzia ne hanno sofferto.
Si tratta di un romanzo scorrevole di piacevole lettura che affronta in maniera semplice tematiche complesse spiegandole e calandole nella realtà di ogni giorno oltre ad offrire agli addetti ai lavori una serie di consigli e buone pratiche nel caso si relazionino da un punto di vista terapeutico con dei narcisisti.
Dalla presentazione dell’editore:
Lorenzo Sartori è uno psicoterapeuta di circa trent’anni, razionale ma inquieto, ansioso di imparare, di crescere, di migliorarsi. È per questo che quando i suoi primi pazienti gli sbattono la porta in faccia, inizia a chiedersi quale sia il problema. Il problema, capirà poi, era in parte suo, aveva molti luoghi oscuri interni da illuminare. E in parte nasceva dall’avere avuto a che fare con dei narcisisti: Aurora, bulimica e arrogante; Adamo, tormentato dalla vergogna per non essere capace di salvare le donne a cui tiene e ossessionato dalla perfezione; Richard, musicista, ancora più perfezionista degli altri, perseguitato dalla possibilità di essere comandato e umiliato. Tutti e tre lo mettono in crisi con disprezzo e sfiducia latenti e un atteggiamento chiuso, a tratti provocatorio, a tratti rabbioso, ma anche spaventato e insicuro, ed è così difficile entrare in contatto con loro.
Attraverso queste storie, e seguendo la “formazione” del dottor Sartori, scopriamo un disturbo che è sempre più rilevante per la nostra società: infetta le relazioni con gli altri, ma anche la propria crescita personale, la maturazione di ciascuno, la ricerca del proprio benessere, poiché il narcisista – angosciato dalla possibilità di commettere un errore – si ritira e scappa, attacca e accusa, in un meccanismo che non fa altro che reiterare all’infinito la fuga: la fuga là dove non si sente il dolore, in un luogo in cui le critiche non attecchiscono ma dove non si è mai salvi.
Quella del narcisista è una figura cruciale, enigmatica, affascinante. In questo libro, che è al tempo stesso un romanzo e un saggio, capace di illustrare la teoria psicoterapeutica in modo immediato e originalissimo, impariamo a conoscere questo disturbo e chi ne soffre, ma soprattutto ne tastiamo le debolezze e la sofferenza inespressa fino a sentirlo più vicino.