Da Michela Campi riceviamo Y.N. Harari, Da animali a dei.

Il pollame domesticato rappresenta il volatile più diffuso mai apparso sulla Terra. Dopo l’Homo sapiens, le mucche, i maiali e le pecore sono al secondo, terzo e quarto posto tra i grandi mammiferi più diffusi al mondo. Dal punto di vista strettamente evoluzionistico, dove si misura il successo in base al numero delle copie di dna, la Rivoluzione agricola è stata una vera manna per i polli, le mucche, i maiali e le pecore. Solo che l’angolo visuale evoluzionistico offre una misurazione del successo piuttosto incompleta. Giudica ogni cosa secondo i criteri della sopravvivenza e della riproduzione, senza tener in alcun conto la sofferenza e la felicità dell’individuo. I polli e le mucche domesticate potranno anche rappresentare un successo evoluzionistico, ma sono anche tra le più miserabili creature che siano mai vissute. La domesticazione degli animali si fondò su una serie di pratiche brutali che col passare dei secoli non hanno fatto altro che incrudelirsi.

Dalla presentazione dell’editore:

Centomila anni fa almeno sei specie di umani abitavano la Terra. Erano animali insignificanti, il cui impatto sul pianeta non era superiore a quello di gorilla, lucciole o meduse. Oggi sulla terra c’è una sola specie di umani. Noi: Homo sapiens.
E siamo i signori del pianeta. Il segreto del nostro successo è l’immaginazione. Siamo gli unici animali capaci di parlare di cose che esistono solo nelle nostre fantasie: come le divinità, le nazioni, le leggi e i soldi. ”Sapiens. Da animali a dè”i spiega come ci siamo associati per creare città, regni e imperi; come abbiamo costruito la fiducia nei soldi, nei libri e nelle leggi; come ci siamo ritrovati schiavi della burocrazia, del consumismo e della ricerca della felicità.