Da Rosa Ghislandi riceviamo F. Aramburu, Patria.
Rosa ci scrive: “Due famiglie legate a doppio filo, cresciute nello stesso paesino alle porte di San Sebastian, vicini di casa inseparabili nelle serate all’osteria e nelle domeniche in bicicletta. Anche le mogli Mirren e Bittori legate da una solida amicizia, così come i loro figli. Ma poi un evento tragico ha scavato un cratere nelle loro vite. Il Txato (marito di Bittori) è caduto vittima di un attentato dell’ETA. Bittori non è più presenza gradita, le vittime danno fastidio anche a quelli che un tempo di proclamavano amici. Passano gli anni, ma Bittori non rinuncia a pretendere la verità, a cercare la via verso una riconciliazione necessaria non solo per lei ma tutte le persone coinvolte e loro carnefici. Come superare e dimenticare senza dimenticare è storia e la storia insegna. Bellissimo libro con le sue differenti identità culturali e di come ci si possa convivere.”
“Mi sono resa conto di una cosa. Ci sforziamo di dare un senso, una forma, un ordine alla vita, e alla fine la vita fa di noi quello che le va.”

Dalla presentazione dell’editore.
Due famiglie legate a doppio filo, quelle di Joxian e del Txato, cresciuti entrambi nello stesso paesino alle porte di San Sebastián, vicini di casa, inseparabili nelle serate all’osteria e nelle domeniche in bicicletta. E anche le loro mogli, Miren e Bittori, erano legate da una solida amicizia, così come i loro figli, compagni di giochi e di studi tra gli anni Settanta e Ottanta. Ma poi un evento tragico ha scavato un cratere nelle loro vite, spezzate per sempre in un prima e un dopo: il Txato, con la sua impresa di trasporti, è stato preso di mira dall’ETA, e dopo una serie di messaggi intimidatori a cui ha testardamente rifiutato di piegarsi, è caduto vittima di un attentato… Bittori se n’è andata, non riuscendo più a vivere nel posto in cui le hanno ammazzato il marito, il posto in cui la sua presenza non è più gradita, perché le vittime danno fastidio. Anche a quelli che un tempo si proclamavano amici. Anche a quei vicini di casa che sono forse i genitori, il fratello, la sorella di un assassino. Passano gli anni, ma Bittori non rinuncia a pretendere la verità e a farsi chiedere perdono, a cercare la via verso una riconciliazione necessaria non solo per lei, ma per tutte le persone coinvolte.
Con la forza della letteratura, Fernando Aramburu ha saputo raccontare una comunità lacerata dal fanatismo, e allo stesso tempo scrivere una storia di gente comune, di affetti, di amicizie, di sentimenti feriti: un romanzo da accostare ai grandi modelli narrativi che hanno fatto dell’universo famiglia il fulcro morale, il centro vitale della loro trama.