Da Gabriella Gemmino riceviamo D. Scalese, Le streghe.

Gabriella ci segnala una nuova pagina di un romanzo già segnalato da altri partecipanti a questo concorso. Come prevede il regolamento ci può segnalare lo stesso libro già segnalato a patto di mandare pagine diverse. Per di più Gabriella ci scrive: “Un uomo dall’autostima sotto la media, ma dal sedere sopra la media, i cui outfit ai limiti del buongusto farebbero collassare Enzo Miccio, è il protagonista di questo romanzo. Marcello, docente universitario il cui corso ha più posti a sedere che studenti seduti e con un libro in progress (proprio dal titolo “le streghe”), si porta dietro i suoi fardelli (in primis il suo culone) e l’insoddisfazione sia verso la sua famiglia che per la sua vita mediocre. Il tutto si acutizza con l’arrivo del misterioso vicino, Guido, che rappresenta, alla “sliding doors”, la vita che Marcello avrebbe potuto vivere se il suo libro avesse sbancato. Il successo, infatti, avrebbe creato inevitabilmente un effetto domino notorietà-ricchezza-donne-felicità. Da spettatore/stalker della vita di Guido, inizia la sua investigazione ossessiva finalizzata a svelare il segreto di tanta fama: qual era la ricetta della felicità? Di certo non le frittate quasi letali della moglie Irma, ma probabilmente delle formule magiche ritrovate al parco Trotter e utilizzate un po’ per gioco e un po’ perché “quando ci credi la realtà si adegua”. Tra streghe, spacciatori e “tranvioni” dall’accento latino americano Marcello, in preda alla suggestione tra rospi, gatti chiattoni e strani episodi, si farà travolgere da questo turbinio e sarà pronto a tutto anche sacrificare un proprio caro, in cambio della felicità.

E’ il ritratto, attraverso la divertentissima e sarcastica voce narrante, di una società fatta di contrasti e contraddizioni, di pregiudizi e speranze disattese, di sete di successo e notorietà portati all’esasperazione anche dai vari social e dai reality di una TV ormai troppo trash. E’ il ritratto di una famiglia che è “infelice e disgraziata a modo suo” per dirla alla Tolstoj, ma che comunque resta unita fino alla fine (soprattutto sopravvive alla cucina di Irma che sebbene sia teledipendente, sicuramente non ha mai visto una puntata di “cotto e mangiato”). Molto bello il messaggio tra le righe che evidenzia che “L’essenziale è invisibile agli occhi” perchè non ci si rende conto che tutto quello di cui abbiamo bisogno ce l’abbiamo già: non si tratta di rassegnarsi passivamente, ma di accettarlo per com’è (stesso dicasi delle chiappone di Marcello)”


“Era un uomo normale. E il mondo è pieno di uomini normali. Ma sì, tutti noi vorremmo una vita migliore di quella che abbiamo, una moglie meno culona, un figlio titolare in una squadra di calcio che non faccia poi tanto schifo. E vorremmo avere amici brillanti con cui fare conversazioni brillanti. E una casa a Porta Venezia col servizio portineria attivo 24ore su 24. Ma 24 ore su 24 abbiamo solo il Carrefour. E i trans sotto casa e gli spaccia. La 90 a trascinarci tutte le mattine. I calcoli su quanti sacchetti bio prendere perché cavolo, li hanno messi a due centesimi quei simpaticoni delle lobby dei sacchetti bio, sicuramente saranno in partnership con le lobby gay. Tutti noi, per andare al cinema, non vorremmo attendere i 100 maledetti Punti Fragola del supermercato. E avere chi sistema casa quando siamo in giro chissà dove, a Tapei o Roma o Bangkok, magari a Los Angeles a sorseggiare Margaritas, mentre ci attende una suite con tre minorenni e nostra moglie sorride: caro, te lo meriti, perché col cavolo che io lo lascio andare uno così. Vorremmo essere agenti di borsa, broker come Di Caprio a Wall Street, e dare feste con Jonah Hill che esce dalla torta o persino qualcuno più sexy di Jonah Hill, col rispetto per il signor Hill. Vorremmo essere docenti stimati, genitori stimati, amanti stimati. Vorremmo essere divi del porno. Dormire 8 ore, sognare in pace. Essere il mare. Trovarci del tutto. Perché noi siamo diversi. O, almeno, vorremmo esserlo. Perché sentiamo di esserlo.”

Dalla presentazione dell’editore:

Marcello guida un improbabile corso di stregoneria, ha velleità da scrittore e un didietro decisamente sproporzionato. Il professore ha 43 anni e vive in affitto nel degrado di Via Padova, Milano, insieme a una moglie pedante – Irma-, un primogenito che non parla più, una figlia che lo fa anche troppo e un cane malandato. La sua vita si trascina tra lezioni svogliate, infatuazioni non ricambiate, cene insopportabili con l’unico amico di famiglia e tanti, tantissimi rimpianti. Unico svago, un saggetto a cui sta lavorando per l’università: Le streghe. Finché la sola, ambitissima villa di Via Padova accoglie un nuovo inquilino: si chiama Guido Ricciardi, fa lo scrittore, è brillante, divertente e sembra piacere proprio a tutti, Irma compresa. Marcello, dopo una iniziale diffidenza, si lascerà catturare dal magnetismo di quell’uomo e, guidato da un bizzarro formulario di riti magici ritrovato nel parco Trotter, vorrà diventare come lui. Aiutato da trans con spiccate doti manageriali, una arzilla commessa del Carrefour sotto casa e un misterioso gattone in sovrappeso e tra innamoramenti penalmente perseguibili, scivoloni famigliari e inaspettati aiuti televisivi, Marcello scoprirà il patto che lega il vicino e le streghe del Trotter, a cui l’uomo deve il suo successo. Pur di diventare come Guido Ricciardi, il professore sarà pronto a tutto. Anche a sacrificare la sua famiglia…