Da Marco Cortini riceviamo G. Carofiglio, La misura del tempo.

“Parecchi di coloro che vengono indagati per un omicidio sono colpevoli; molti di quelli che vengono rinviati a giudizio per omicidio sono colpevoli; moltissimi – la stragrande maggioranza – di quelli che vengono condannati per omicidio in primo grado sono colpevoli. Questo non vuol dire che non si siano degli innocenti indagati, processati e anche condannati. Ma vi assicuro che sono pochi, davvero pochi, indipendentemente dal fatto che in numerosi casi vengano assolti. Vengono assolti per difetti nelle indagini, per vizi di procedura, anche per la bravura dell’avvocato. Solo la minoranza dei casi perché sono innocenti.”

Dalla presentazione dell’editore:

Tanti anni prima Lorenza era una ragazza bella e insopportabile, dal fascino abbagliante. La donna che un pomeriggio di fine inverno Guido Guerrieri si trova di fronte nello studio non le assomiglia. Non ha nulla della lucentezza di allora, è diventata una donna opaca. Gli anni hanno infierito su di lei e, come se non bastasse, il figlio Iacopo è in carcere per omicidio volontario.
Guido è tutt’altro che convinto, ma accetta lo stesso il caso; forse anche per rendere un malinconico omaggio ai fantasmi, ai privilegi perduti della giovinezza.
Comincia cosí, quasi controvoglia, una sfida processuale ricca di colpi di scena, un appassionante viaggio nei meandri della giustizia, insidiosi e a volte letali.
Un romanzo magistrale. Una scrittura inesorabile e piena di compassione, in equilibrio fra il racconto giudiziario – distillato purissimo della vicenda umana – e le note dolenti del tempo che trascorre e si consuma.

«Col passare del tempo alcuni luoghi della città mi ricordano sempre piú intensamente sensazioni e fantasticherie del passato remoto. Un’epoca di stupore. Ecco, certi luoghi della città mi fanno sentire nostalgia per lo stupore. Essere storditi dalla forza di qualcosa. Mi piacerebbe tanto, se capitasse di nuovo».