Da Rosa Ghislandi riceviamo Pif, ….Che Dio perdona tutti.
Rosa ci scrive: “
Pif regista, presentatore autore televisivo e adesso scrittore. Un debutto molto positivo. Protagonista Arturo, agente immobiliare il suo principale obiettivo della vita è di mantenere immutato lo stato delle cose, con una grande passione per i dolci in particolare quelli alla ricotta; passione che l’avvicinerà a Flora la donna dei suoi sogni. Flora la figlia del pasticcere che fa gli sciu’ più buoni di Palermo che ha pero’ per la religione una pignoleria quasi maniacale. L’ intento di Pif non è giudicante, mette in crisi il nostro modo di vivere nella nostra società , da fintamente buoni. Un detto siciliano da cui prende il titolo il libro ” futti futti che Dio perdona a tutti” da’ il senso ironico alla storia : fai una vita sregolata frega il prossimo ma a cinque minuti dalla morte pentiti. Un libro che si legge in fretta con molti momenti comici che fa divertire e riflettere contemporaneamente.”
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Personalizzare, è da personalizzare.
La frase magica dell’agente immobiliare mi fu svelata mentre seguivo il corso di formazione. Com’è che c’ero arrivato, ancora non lo so; è stato tutto un “proviamo e poi vediamo”. Ovviamente è da personalizzare – l’ovviamente dà più veridicità al concetto. E più la casa era brutta, più mi divertiva dire “è da personalizzare”.

Dalla presentazione dell’editore:
Con la sua inconfondibile voce, Pif esordisce nel romanzo con un’opera divertentissima che costringe il lettore a riconsiderare i rapporti che ci legano gli uni agli altri, il nostro comportamento quotidiano e le parole solidarietà, uguaglianza, verità. Arturo è un trentacinquenne, non ha ancora una fidanzata e fa l’agente immobiliare. Il suo principale obiettivo nella vita è mantenere immutato lo stato delle cose. Ha poche passioni che condivide con gli amici di sempre. La più importante e irrinunciabile è il cibo: famoso per la sua pignoleria gastronomica, gli amici spesso si fanno il segno della croce quando al ristorante è il suo turno di ordinare. Arturo ricambia la loro tolleranza, immolandosi come portiere per le partite di calcetto. Questa è la sua routine, fino al giorno in cui entra in scena Lei: la figlia del proprietario della pasticceria che fa le iris più buone di Palermo, il dolce preferito di Arturo. E in un istante diventa la donna dei suoi sogni. Sveglia, intraprendente, molto cattolica, Lei sulla religione ha la stessa pignoleria di Arturo sui dolci. È proprio così che lui la conquista, sostituendo l’uomo che ha il compito di interpretare Gesù durante una Via Crucis. Quel giorno è per Arturo un vero calvario, perché durante il tragitto si accorge di avere dimenticato qualsiasi nozione della religione cattolica e sbaglia tutto, dando vita a una rappresentazione ai limiti del blasfemo. Ciò nonostante, Lei si innamora e per un periodo felice i due stanno insieme, senza che leisi accorga della sua indifferenza religiosa né, tanto meno, senza che Arturo la confessi… Questo precario equilibrio, fatto di verità non dette e risposte liturgiche mezzo inventate e mezzo bofonchiate, non può durare: quando Lei si accorge della freddezza cattolica del compagno, la loro vita di coppia esplode.