Storie di vita vissuta. Ho un momento libero. Guardo sulla libreria e mi capita tra le mani Quattro madri di Shifra Horn (Fazi Editore). Non l’ho mai letto. Ce l’hanno regalato anni fa ed è rimasto lì. Credo l’abbia letto mia moglie. Apro a caso. A pagina 214/215 viene raccontata la storia del parto di Davida che non voleva partorire. Il tempo era arrivato. Era già al decimo mese, ma alla madre che le chiedeva rispondeva che era perfettamente felice così.
< …. “Ho paura del parto – disse a Sarah – mi hanno detto che il bambino mi lacererà, che mi uscirà moltissimo sangue e che soffrirò moltissimo. E’ meglio che rimanga qui dentro” aggiunse accarezzandosi la pancia che scalciava, cercando di calmare il bambino con coccole e ninnananne…..>
Il racconto prosegue con la madre, Sarah, che va da una amica e si fa dare un intruglio che favorisce la rottura delle acque e le contrazioni. Lo fa bere a Davida. L’ultima immagine è quella di Davida che raggiante in taxi si sporge dal finestrino per farsi vedere dal vicinato mentre va in ospedale a partorire. Medio Oriente. Una ragazzina. Sua madre.
Ecco una pagina che mi colpisce. Non è scritta benissimo. Proust ne sarebbe inorridito e probabilmente scalcia anche lui nella tomba, ma il racconto di questa ragazzina che non vuole partorire e parla e accarezza il bimbo dentro alla sua pancia mi ha colpito e poi si sporge orgogliosa dal taxi per farsi bella del suo prossimo essere madre, ecco, mi ha raccontato qualcosa su cui non avevo riflettuto, mi ha detto di aspetti della vita che mi erano sfuggiti.
Questo è (anche) il senso di Prima I Lettori.
Grazie per le vostre segnalazioni. Continuate così.
Buona domenica.