da Fernanda Sacchieri riceviamo:
Luis Sepùlveda
RACCONTARE, RESISTERE
Conversazioni con Bruno Arpaia
2002 Ugo Guanda Editore
Raccontare è resistere: la citazione da Guimaràes Rosa posta un epigrafe a questo libro sembra racchiudere il senso di un’esperienza umana, letteraria, politica. In una lunga conversazione con Bruno Arpaia, scrittore italiano che per inclinazione letteraria e conoscenza del mondo latinoamericano rappresenta per lui un’ideale sponda dialettica, Luis Sepùlveda affronta tutti i temi che lo coinvolgono e lo appassionano: la sinistra ieri e oggi; la sfida dei movimenti no global; il significato politico dell’impegno ambientale; la letteratura latinoamericana al di fuori delle schematizzazioni e dei luoghi comuni; cos’è stato per lui, fin dagli anni dell’apprendistato, lo scrivere, quali gli autori formativi e le affinità; in che forma si può raccontare la lotta, il carcere, l’esilio.
Pag. 37
B.A. Ancora Cortàzar… E’ stato proprio lui, grande appassionato di boxe, a paragonare la narrativa a un incontro di pugilato: il romanzo può vincere ai punti, ma il racconto deve vincere per KO.
L.S. Stupenda definizione. E io volevo dimostrare di essere capace di vincere per KO. Scrivendo i nove racconti del libro, scoprii la mia predilezione per le narrazioni brevi, la mia propensione a ordinare il racconto in modo che, nonostante la brevità, il contenuto risultasse inequivoco, trovasse con certezza un suo senso compiuto. Devi sempre essere tu a tirare i fili del racconto, a dirigerlo. Quando scrivi un romanzo, a volte può succedere che i personaggi ti sfuggono per un po’ di mano, e va benissimo, a patto che poi tu riesca a recuperarli e a ricondurli sul sentiero prestabilito. Nel racconto, non può accadere neanche questo, non ne hai il tempo e la possibilità, eppure in quel genere mi sento a mio agio perché la sfida è terribile, il racconto è narrazione pura. Del resto narrare non è altro che manipolare il tempo.
Fernanda sacchieri – 3.5.14