Goliarda Sapienza, l’autrice di ‘L’Arte della Gioia” è nata a Catania nel 1924 ed è morta a Gaeta nel 1996.
Figlia di Giuseppe Sapienza e Maria Giudice (sua madre è stata la prima dirigente donna della Camera del Lavoro di Torino), Goliarda crebbe, per volere dei genitori, in un clima di assoluta libertà da vincoli sociali: il padre ritenne opportuno non farle nemmeno frequentare la scuola, per evitare che la figlia fosse soggetta a imposizioni e influenze fasciste.
A sedici anni si iscrisse all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma, dove si era trasferita nel frattempo la sua famiglia. Per un periodo intraprese anche la carriera di attrice teatrale, distinguendosi in ruoli di protagoniste pirandelliane. Lavorò saltuariamente anche nel cinema, spinta inizialmente da Alessandro Blasetti ma in seguito si limitò a piccole apparizioni da figurante, spesso non accreditate, come in Senso di Luchino Visconti. Si legò sentimentalmente al regista Citto Maselli, ma sposò poi, anni dopo, lo scrittore e attore Angelo Maria Pellegrino.
Negli ultimi anni della sua vita fu docente di recitazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Il suo primo romanzo fu Lettera aperta (1967), che raccontava l’infanzia catanese, seguito da Il filo di mezzogiorno (1969) resoconto della terapia psicanalitica con il medico messinese Ignazio Majore.
Nel 1980 finì tuttavia in carcere, per un furto di oggetti in casa di amiche. Sempre in carcere, ma anche successivamente, continuò l’opera di scrittrice pubblicando però molto poco, fatta eccezione per alcune sue opere come L’università di Rebibbia e Le certezze del dubbio, pubblicato grazie all’incontro con il conterraneo poeta ed editore Beppe Costa, che si batté a lungo per lei: tentò senza successo di farle assegnare il vitalizio della Legge Bacchelli, né riuscì a ottenere la ristampa delle sue opere. Sapienza riuscì comunque a pubblicare, con la sua casa editrice Pellicanolibri, Le certezze del dubbio, 1987, e fu premiata successivamente in occasione del Premio Casalotti 1994.
Il suo romanzo L’arte della gioia rimase a lungo inedito. Rifiutato dalle più importanti case editrici italiane, fu più tardi pubblicato postumo da Stampa Alternativa, dapprima in un’edizione non integrale (1998) e poi integralmente (2003). Ripubblicato da Einaudi nel 2008, ebbe successo di critica e di pubblico. Einaudi sta ora pubblicando anche l’opera inedita dell’autrice. Sono già usciti postumi il romanzo Io, Jean Gabin (2010) e una selezione di pensieri tratti dai diari della scrittrice, raccolti nel volume Il vizio di parlare a me stessa (2011).
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