Da Fernanda Sacchieri, L’Identità di M. Kundera, Adelphi (trad. Ena Marchi)
Dalla introduzione: “…vi sono situazioni in cui per un istante non riconosciamo chi ci sta accanto, in cui l’identità dell’altro si cancella, mentre di riflesso, dubitiamo della nostra. …”
pagg..41 e 42
Jean-Marc fa un sogno: ha paura che sia accaduto qualcosa a Chantal, la cerca, corre per la strada, e alla fine la vede, di spalle, che si allontana. Allora le corre dietro gridando il suo nome, ma proprio quando sta per raggiungerla lei volta la testa, e Jean-Marc, inorridito, si trova davanti un altro viso, estraneo e sgradevole. Eppure non é un’altra persona, é proprio Chantal, la sua Chantal, non ci sono dubbi, ma é la sua Chantal con il viso di una sconosciuta – ed é una cosa atroce, intollerabilmente atroce. Lui l’abbraccia, la stringe a sé e le ripe-
te fra i singhiozzi: <Chantal, mia piccola Chantal, mia piccola Chantal!>, come se tentasse, ripetendo quel nome, di restituire al viso sconosciuto che ha di fronte le sue antiche fattezze, la sua identità perduta.