I. Yasushi, Ricordi di mia madre, Adelphi
Da anonimo riceviamo:
“… Un tempo avevo, pur se in modo inconsapevole, la sensazione che niente potesse succedermi perché mio padre viveva, un tempo non pensavo mai all’eventualità della mia morte. …”
“… Con il suo vivere mi aveva protetto. Non che lui ne fosse consapevole, non era una questione di sollecitudine umana, o di affetto tra genitori e figli, ma il risultato del semplice fatto che si fosse padre e figlio, il senso più genuino di questo rapporto. …”
pag. 21