Per il concorso Recensioni da Carlo Moreno riceviamo la recensione del libro di B. Vallepiano, La donna con la pistola.

Carlo ci scrive:

Ambientazione: la storia narrata ne “ La donna con la pistola “ si svolge a Gariola, un piccolo paese di montagna vicino Cuneo, ed è ambientata ai giorni nostri, con dei riferimenti ad episodi che si sono svolti durante la seconda guerra mondiale e nel primo dopoguerra oltre che far riferimento a fatti che avvennero nella seconda metà degli anni 70 ed a una vicenda giudiziaria che sfociò in un processo che si tenne negli anni 80.

Breve sinossi: In uno sperduto paesino di montagna nei pressi di Cuneo, Gariola, un insegnante di filosofia, Mauro Bignami, si imbatte in una donna anziana visibilmente fuori di sè che mostrandogli una rivoltella gli dice di aver ucciso un certo Tarcisio. L’uomo, non volendosi far coinvolgere anche perché non voleva dar corda ad una donna sconvolta ed armata prosegue per la sua strada, e non appena arriva a casa racconta il curioso episodio alla moglie Cecilia.

Un paio di giorni dopo viene scoperto il cadavere della donna apparentemente suicidatasi; avendo informato Paolo suo cognato oltre che amico lo invita a recarsi sul luogo del delitto e quest’ultimo scatta col cellulare numerose foto della vittima.

Esaminate le foto attentamente sorge il dubbio che la donna abbia rivolto l’arma contro di se per ammazzarsi ma anzi appare verosimile che si tratti di un omicidio: tesi che peraltro è suffragata da un esame autoptico svolto dal medico legale dott. Paraloup che analizzando la ferita esclude che essa sia stata causata da un colpo esploso da distanza ravvicinata.

Mauro tuttavia ha un tarlo che gli rovista nella testa: “ Chi è Tarcisio che la donna ha affermato di aver ucciso? Perché non è stato trovato il corpo? Mosso da questi interrogativi chiede a Pietro e Guido, due ottuagenari originari di Gariola. Nel frattempo si scopre che la tomba di Tarcisio Bonetto è stata profanata con due colpi di pistola che ne hanno seriamente danneggiato la lapide.

Dai giornali Mauro apprende l’identità della vittima: si tratta di Lorenza Borghelli di 69 anni, immaginando che si tratti di una donna che in qualche modo fosse legata al piccolo villaggio di montagna chiede, dapprima a Pietro se conoscesse le due persone protagoniste di questi fatti di cronaca ( Tarcisio e Lorenza ) il quale dimostratosi in un primo momento disponibile successivamente a causa delle pressioni della moglie che non desidera che vengano rivangati episodi tristi e dolorosi si mostra restio a raccontare; così successivamente interroga Guido che gli racconta la storia della donna con la pistola.

Lorenza era arrivata a Gariola sfollata da Genova insieme alla bellissima madre vedova ( Minuccia ) e si erano ivi rifugiati presso i suoi prozii Rinuccia e Matè. Matè un uomo rozzo e squallido aveva abusato di Minuccia e successivamente l’aveva avviata alla prostituzione avendo come clienti i militari nazisti di stanza nelle zone limitrofe.

Questi fatti segnarono anche la vita di Lorenza che, una volta cresciuta, si avvio lei stessa alla attività di meretricio che esercitò a Cuneo; la famiglia nel primo dopoguerra aveva lasciato Gariola per sfuggire all’ostracismo e alle rappresaglie dei partigiani rivolte a coloro che avevano collaborato con il regime nazi-fascista.

Mauro ha creato una vera e propria task force che collabora con lui nelle indagini come uno dei più scafati detective: oltre a Paolo e alla moglie Cecilia, anche Renzo, un suo amico giornalista, e Filippo detto Felipe esperto informatico lo aiutano ad investigare senza contare la collaborazione di Mino, un suo amico colonnello dei Carabinieri, che pur esortandolo ad informare le forze dell’ordine ed astenersi dall’indagare per conto suo lo mette in contatto col maresciallo Mauro Tarassa, incaricato delle indagini.

Vengono a galla numerosi fatti e atti tra cui il più eclatante e illuminante per far luce su questa intricata vicenda è certamente il processo per estorsione intentato da Tarcisio Bonetto nei confronti di Fredo Polluce; infatti da esso si evince che l’imputato era stato accusato di voler estorcere, nel 1979, la somma di 500.000 £ per non rivelare che il figlio di Tarcisio ( Severino ) frequentava assiduamente insieme ad altri clienti l’abitazione di Lorenza che era una prezzolata prostituta.

Severino Bonetto era innamorato di Lorenza e voleva allontanarla da quella vita squallida e le proponeva di fuggire con lui e abbandonare tutto, il processo si concluse con un assoluzione dato che un testimone falso (Renato Ronchetto ) aveva costruito un alibi all’imputato affermando che il giorno della presunta estorsione si trovava con lui in montagna oltre ad aver affermato che vi erano stati dei motivi di contrasto tra i due a causa dell’acquisto di un terreno.

Questo processo aveva causato un grave danno a Lorenza che oltre ad essere stata messa alla gogna aveva visto sparire tutti i suoi clienti allontanatisi per il clamore destato dalle indagini.

Tra i clienti della prostituta figurava anche Maurizio Tinoffi un Pubblico Ministero che aveva tutto l’interesse ad affondare l’indagine o farla terminare con un assoluzione che lo mettesse al riparo dalle foto compromettenti che lo riguardavano.

La donna con la pistola è un bel giallo lineare e misurato non tracotante ne con immagini sanguinolente o splatter, ma il resoconto di un’indagine volta a scoprire la verità che spesso si nasconde nelle cose che possono essere date per scontate da una analisi superficiale.

La tenacia e l’arguzia di Mauro e di sua moglie Cecilia, messe a dura prova anche da violenze fisiche alla fine vengono premiate con la soluzione di un caso che molti in un primo momento avrebbero voluto archiviare come un suicidio di una puttana pazza.

Molto ben scritto suscita suspance nel lettore e la trama ordita alla fine si risolve lasciando il lettore appagato e soddisfatto di aver letto un buon romanzo.

Oltre ad essere ben strutturato è ricco di colpi di scena e ha tutti i numeri per essere trasposto in un film o in una fiction che potrebbe incontrare i favori del pubblico.

L’autore ha ottenuto numerosi riconoscimenti a livello nazionale per la sua capacità di creare un ordito che va pian piano dipanandosi per giungere a una conclusione inaspettata.

Dalla presentazione dell’editore:

Mauro Bignami sta attraversando a piedi la piazza deserta di Gariola, il piccolo villaggio di montagna dove risiede e la sua attenzione viene richiamata da un’anziana signora, seduta alla fermata della corriera, che lo apostrofa in modo bizzarro e gli chiede un’informazione. La piazza è vuota, Bignami si avvicina e la donna, con sguardo allucinato, gli mostra un grosso revolver confidandogli di aver ucciso “Tarcisio”. Mauro Bignami, scosso da questo strampalato incontro, si allontana intimorito. Ma la sua curiosità è grande, e commenta l’accaduto con l’amico Paolo. Quindi, nel tentativo di comprendere chi sia costei e che cosa sia realmente accaduto, tornano insieme sul luogo del bizzarro incontro, ma la fermata del bus è vuota e di lei non vi è più traccia, quasi fosse stata una visione. Poco tempo dopo, però, la donna viene trovata morta, proprio alla fermata della corriera, apparentemente suicida. Alcuni particolari, tuttavia, convincono Bignami che si tratti di omicidio e questo scatena il suo spirito indagatore. Si imbatte così in una vecchia vicenda di malagiustizia, che fa riemergere dal passato sordidi fatti e squallidi personaggi senza alcuna morale.