Da Rosa Ghislandi riceviamo A.B. Yehoshua, La comparsa.

A questo proposito Rosa ci scrive: “Noga, che significa Venere, è una quarantenne musicista di arpa che vive in Olanda lontano dalla sua terra di origine, Israele. Ha scelto la musica di essere libera e non dare a Uriah il figlio che l’ex marito tanto desiderava. “Non tutte le donne nascono madri” lei se n’è resa conto. Dovendo tornare per un lungo periodo nella casa materna Noga deve fare i conti con tutte le sue scelte : famiglia, religione, amore e se stessa. Strano il confronto tra Noga e l’ex marito che la definisce “malata “molto più intenso con lo strumento che suona. Romanzo noioso che emoziona poco. Yehoshua descrive il personaggio senza moralismi e senza mai prendere posizione.


“Lei – che negli ultimi anni si era allontanata da Gerusalemme e godeva dello spazio protetto e liberale dell’Europa – non aveva problemi a credere in una coesistenza dignitosa e pacifica con una minoranza che già mostrava segni di maggioranza.” (gli ultraortodossi, ndr)

Dalla presentazione dell’editore:

Noga è una musicista, le sue dita sapienti e affusolate sono abituate a sfiorare le corde dell’arpa e a farne melodia. Ma adesso è lontana dal suo amato strumento, è lontana dalla musica, è lontana dalla vita che si è costruita in Olanda: è dovuta tornare a Gerusalemme, dopo molti anni che l’aveva lasciata, per prendersi cura dell’appartamento dove è cresciuta. L’anziana madre, infatti, sta trascorrendo alcuni «giorni di prova» in una casa di riposo a Tel Aviv: per delle oscure clausole contrattuali l’appartamento non può restare disabitato, nemmeno per un breve periodo. Molte cose sono cambiate da quando Noga era giovane. Il quartiere «si sta tingendo di nero»: i vecchi abitanti hanno lasciato il posto a una sempre piú nutrita comunità di ebrei ultraortodossi con le loro tradizionali vesti nere. A cominciare da due bambini che continuano a intrufolarsi in casa della madre per guardare la televisione (attività proibita dalle loro famiglie). Ma anche Noga è cambiata. Ad esempio non è piú sposata dopo che il marito l’ha abbandonata perché lei si rifiutava di avere un figlio. Per passare il tempo e guadagnare un po’ di soldi – tanto piú che il soggiorno israeliano la costringe a saltare molti concerti – Noga inizia a fare la comparsa nei film e negli sceneggiati che si girano in città. Ma quella inattività «forzata» fa nascere in lei un dubbio fastidioso e dolente: che Noga sia ormai una comparsa nella sua stessa vita. Il tormento di Noga, il conflitto che vive tra ricerca della felicità e aspettative sociali, tra il proprio desiderio e quello altrui, ne fanno uno dei piú potenti e sfaccettati ritratti di donna degli ultimi anni.

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