In novembre alla libreria Zafra di Chiavari questi risultano i più venduti:
1 PAOLO FIORE Il suono del silenzio INTERNOS
2 ROBERTO BIZZOCCHI Romanzo popolare – come i Promessi Sposi hanno fatto l’Italia LATERZA
3 STEFANSSON La tua assenza è tenebra IPERBOREA
4 GIOVANNI LINDO FERRETTI Ora conserva difendi prega ADD
5 GIORDANO Tasmania EINAUDI
6 PIERO ANGELA Dieci cose che ho imparato MONDADORI
7 VENUTI – FIORAVANTI Il frutto paziente la castagna SAGEP
8 MALVALDI BRUZZONE Chi si ferma è perduto SELLERIO
9 CARLINI ODDONE BAMPI Il genovese facile LIGURPRESS
10 BUSSI La mia bottiglia per l’oceano E/O
Vediamoli più da vicino.
1 PAOLO FIORE Il suono del silenzio INTERNOS: Questa volta i quattro amici al bar non sono esattamente tali. Prima di tutto, perché il bar è un’antica osteria sulla Piazza Maggiore della dolce Mondovì ridente e sonnacchiosa. Poi, perché i quattro non sono neppure tutti amici, hanno una certa età e sono piuttosto male assortiti: un generale della Finanza in congedo, una coriacea avvocatessa, un prete ormai ex parroco e il gestore dell’osteria. Cosa può avere spinto quattro persone del genere a trovarsi in una sera dell’aprile 2050? Esatto: l’amicizia, comune a tutti loro e profonda, nei confronti di Angelo Dutto, ex professore di latino e greco del liceo locale, morto dieci anni prima e dal comportamento austero e stravagante, che negli ultimi tempi della sua esistenza era stato al centro di vicende di cronaca.
2 ROBERTO BIZZOCCHI Romanzo popolare – come i Promessi Sposi hanno fatto l’Italia LATERZA: Per obbligo e per piacere, quasi tutti abbiamo letto i Promessi sposi. Una diffusione enorme che ha reso i personaggi, tanti episodi, tante espressioni tipiche familiari, anzi proverbiali della nostra cultura. Un romanzo che ha davvero fatto l’Italia, almeno nei suoi aspetti migliori, grazie a un messaggio politico e pedagogico che è tempo di riscoprire. Forse perché lo leggiamo troppo presto o forse perché siamo costretti a farlo a scuola, sta di fatto che, in generale, abbiamo una opinione abbastanza grigia e sfocata dei Promessi sposi. Spesso ci rimanda un’immagine di compunzione religiosa e di moderatismo accomodante simile a certe vecchie fotografie che troviamo nelle case dei nostri nonni e che faticano a parlarci ancora. Ecco, vi invitiamo a (ri)leggere i Promessi sposi in modo un po’ diverso dal solito, cioè in compagnia non di un letterato, ma di uno studioso di storia d’Italia. Scopriremo così che i Promessi sposi hanno un carattere fortemente politico e ci dicono moltissimo sulla nostra storia, non solo quella del Seicento, sul nostro carattere nazionale, sull’impronta che il cattolicesimo ha lasciato, nel bene e nel male, nella nostra coscienza morale. Torneranno alla luce l’importanza e il valore del messaggio ideologico al cuore di questo romanzo: una morale privata basata su libertà di scelta e responsabilità individuale, per uomini e donne; un illuminato senso della misura nella valutazione delle cose del mondo, ma con una consapevolezza acuta della giustizia e dell’ingiustizia dei contesti sociali e delle azioni dei singoli.
3 STEFANSSON La tua assenza è tenebra IPERBOREA: Celebrato in Francia come il miglior romanzo di Jón Kalman Stefánsson (paese in cui ha venduto 50mila copie in due mesi), La tua assenza è tenebra colpisce per la profondità, l’ambizione e l’audacia. Islanda, Fiordi occidentali, un uomo si ritrova nella chiesetta di un villaggio sperduto senza sapere come ci è arrivato né perché. Una lapide nel piccolo cimitero lo colpisce: «La tua assenza è tenebra.» È la figlia della defunta ad accompagnarlo nell’unico albergo della zona, dove tutti sembrano conoscerlo e Sóley, la proprietaria, lo accoglie come un amore ritrovato, mentre lui non ricorda neppure il proprio nome. Sa solo che quando scrive sente di uscire dalla gabbia del tempo, e così dalla sua penna riaffiora impetuosa una saga che spazia tra gli ultimi due secoli e da un capo all’altro dell’isola, raccontando di donne e uomini inquieti e accomunati da un’intensità del sentire che non può ridursi entro i confini angusti della quotidianità: dal reverendo Pétur, sposato ma invaghito segretamente di una sconosciuta, che scrive lettere al poeta Hölderlin, a Guðríður, contadina colta di fine Ottocento che intreccia il suo destino alla nascita del femminismo islandese; da Ási, la cui vita è ostaggio di un’insaziabile sete di sesso, a Eiríkur, che cerca di colmare con la musica il vuoto dell’abbandono subito nell’infanzia. Errori, debolezze, scelte impossibili e rinunce si avvicendano in una maldestra ricerca della felicità, riverberandosi nelle note che come una colonna sonora accompagnano ogni pagina, da Elvis a Nick Cave, da Nina Simone a Bach. Mentre il narratore che ricorda e racconta ci trasporta in una zona di confine tra vita, memoria e poesia che riesce a sfidare le leggi del tempo: «Scrivi. E non dimenticheremo. Scrivi. E non saremo dimenticati. Scrivi. Perché la morte è solo un altro nome per l’oblio.»
4 GIOVANNI LINDO FERRETTI Ora conserva difendi prega Compagnia Editoriale Aliberti: Credo il pregare un ragionevole atto, intimo e sociale. Di valenza cosmica. Credo la preghiera fortezza pura, vivificante e il tempo del pregare un tempo eterno. Sto invecchiando 1953/2022 / il corpo non mente, obbliga riguardi / e cure, lo spirito ancora strappa / velleitario preda di entusiasmi poi / insostenibili. Tendo al selvatico, / solitario, all’ombra di una casa / venerabile dimora, in sintonia col / variare delle stagioni, sensibile alla / presenza animale. / le cose visibili ed invisibili / attento all’accadere: un sempre più / rapido mutare. Non ho più alcun / interesse per il racconto che il mondo / fa di sé tra vacuità e tornaconti da / poco. / Sono residuale, in attesa di non so che. / Ho fatta mia la triade dell’ultimo / Pasolini poeta / difendi conserva prega.
5 GIORDANO Tasmania EINAUDI: Ci sono momenti in cui tutto cambia. Succede una cosa, scatta un clic, e il fiume in cui siamo immersi da sempre prende a scorrere in un’altra direzione. La chiamiamo crisi. Il protagonista di questo romanzo è un giovane uomo attento e vibratile, pensava che la scienza gli avrebbe fornito tutte le risposte ma si ritrova davanti un muro di domande. Con lui ci sono Lorenza che sa aspettare, Novelli che studia la forma delle nuvole, Karol che ha trovato Dio dove non lo stava cercando, Curzia che smania, Giulio che non sa come parlare a suo figlio. La crisi di cui racconta questo romanzo non è solo quella di una coppia, forse è quella di una generazione, sicuramente la crisi del mondo che conosciamo – e del nostro pianeta. La magia di Tasmania, la forza con cui ci chiama a ogni pagina, è la rifrazione naturale fra ciò che accade fuori e dentro di noi. Cosí persino il fantasma della bomba atomica, che il protagonista studia e ricostruisce, diventa un esorcismo: l’apocalisse è in questo nostro dibattersi, e nei movimenti incontrollabili del cuore. Raccogliendo il testimone dei grandi scrittori scienziati del Novecento italiano, Paolo Giordano si spinge nei territori piú interessanti del romanzo europeo di questi anni, per approdare con felicità e leggerezza in un luogo tutto suo, dove poter giocare con i nascondimenti e la rivelazione di sé, scendere a patti con i propri demoni e attraversare la paura.
6 PIERO ANGELA Dieci cose che ho imparato MONDADORI: “Questo libro raccoglie alcune cose che ho imparato in tanti anni di professione, di incontri, di esperienze, di libri letti e scritti, di speranze e delusioni…” Così Piero Angela riassume e spiega la sua ultima fatica, un testo scritto di getto e nato dall’urgenza del momento, e dalle enormi sfide che ci attendono. Un lascito morale, dopo una lunghissima carriera al servizio dell’informazione e della formazione di generazioni di italiani. “Com’è possibile” si chiede in queste pagine “che un paese come l’Italia, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci?” La risposta è in dieci semplici capitoli, dieci aree critiche su cui occorre agire. Per oltre cinquant’anni Piero Angela si è occupato a tempo pieno di scienza, tecnologia, ambiente, informazione, energia, televisione, comportamenti, e ha scritto “Dieci cose che ho imparato” per condividere con i lettori alcune proposte, frutto della sua lunga esperienza sul campo. Con questo libro, a cui ha lavorato fino all’ultimo, colui che è stato per tutti il volto rassicurante della scienza ha voluto dirci come usarla per migliorare le cose. Per rilanciare l’Italia con una nuova visione.
7 VENUTI – FIORAVANTI Il frutto paziente la castagna SAGEP: La castagna non è solo un frutto, è un mondo intorno al quale fino a un secolo fa ruotava l’intera comunità rurale montana del nostro Appennino. La castagna faceva parte dell’economia familiare e coinvolgeva ogni aspetto del quotidiano, dal folclore alla religione. Era indipendenza economica, cibo essenziale, nutrimento a colazione, pranzo e cena.La castagna è ancora oggi il simbolo di un patrimonio culturale e gastronomico senza precedenti, fulcro di una tradizione alimentare vastissima e che merita sicuramente una rilettura in chiave attuale.Questo volume, impreziosito da un fondamentale contributo storico tradizionale, si completa con un inedito ricettario rivisitato in chiave moderna, ricco di spunti e tecniche per portare ancora in tavola questo meraviglioso e versatile frutto.
8 MALVALDI BRUZZONE Chi si ferma è perduto SELLERIO: Una nuova protagonista del giallo italiano, una investigatrice destinata a far breccia nel cuore dei lettori: Serena Martini, caparbia e curiosa e con tanto tempo a disposizione. Per dar vita a questo personaggio letterario Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone, coppia nella vita, hanno deciso di scriverne insieme. Un’indagine al femminile che, tra suspense e ironia, scava nei segreti di un borgo toscano e dei suoi abitanti. Serena, casalinga ultraindaffarata di un borgo vicino a Pisa, si imbatte casualmente in un cadavere. È quello del professor Caroselli, ottimo musicista e rigoroso insegnante nella scuola locale gestita dalle suore. Serena ha una solida formazione da chimica e un buon lavoro, ma ha scelto di licenziarsi stanca della discriminazione maschilista. Ma la sua identità non si esaurisce nel ruolo di madre di famiglia. Inoltre, la multitasking mamma di due figli e moglie di un distratto scienziato possiede quello che lei chiama «superpotere», un olfatto formidabile e professionalmente coltivato che le consente di distinguere perfino i singoli componenti chimici delle sostanze. Il passaggio da testimone in un caso di omicidio a investigatrice è così inevitabile. L’inchiesta ufficiale è invece condotta da Corinna Stelea, sovrintendente di polizia alta quanto un giocatore di pallacanestro, apparsa per la prima volta in Argento vivo nel ruolo di agente scelto che qui vedremo crescere. La coppia indirizza i sospetti verso i traffici del convento che gestisce la scuola. Molti pettegolezzi accompagnano l’indagine e molti segreti saranno svelati. Ma la soluzione sarà la più triste.
Serena Martini e Corinna Stelea, i due nuovi personaggi creati dalla collaborazione di un affermato scrittore con una quasi esordiente, ma soprattutto dalla fusione di un punto di vista maschile e uno femminile, hanno giornate così complicate e vere che le loro più banali vicende quotidiane rischiano ogni momento di precipitare nell’acrobatico, nel paradosso, nell’avventura. Come già nella serie del BarLume, è l’affermazione del lato umoristico, o benevolmente assurdo, della vita che introduce nel poliziesco l’elemento comico, a cui in questo romanzo si aggiunge la capacità di rappresentare la sensibilità femminile.
9 CARLINI ODDONE BAMPI Il genovese facile LIGURPRESS: «Accidenti, com’è il plurale di “pescòu”? E il participio passato di “pài”? E come si dice “stare attento”? Il “genovese” è proprio una lingua difficile!». Questo è ciò che pensa (o almeno qualcosa di simile) chi, preso dall’amore per la sua “lingua”, vuole mettersi a scrivere come hanno fatto il De Franchi, il Bacigalupo, il Martin Piaggio. Ma loro vivevano in una Genova dove il Genovese era l’unica lingua parlata e quindi per loro era facile scriverlo (anche se ci sarebbe qualcosa da dire sulla loro grafia). Ma oggi, che il genovese è parlato solo da qualche vecchio, per chi si accinge a volerlo imparare, magari anche per scriverlo, il compito è davvero arduo. E così, tre nostalgici genovesi, che da anni si dedicano all’arduo tentativo di salvare il salvabile, hanno pensato di venire incontro a questi volenterosi, mettendo insieme le loro esperienze per dare a tutti la possibilità di entrare nel meraviglioso mondo del genovese. Il Manuale è articolato in quattro parti. La Prima riporta tutti gli elementi di una grammatica semplice da leggere e da capire. Una parte che risolve tutti i problemi che si presentano al neofita e che gli consentono di vedere risolte le questioni principali della lingua genovese. La Seconda risolve il difficile problema dei verbi con un elenco dei principali e la coniugazione per esteso dei più usati normalmente. Si riporta anche una tabella delle desinenze che permette di coniugare tutti i verbi. La terza dà delle regole chiare e univoche per districarsi facilmente nel labirinto del “come si pronuncia…” e del “come si scrive…”. La Quarta, infine, pensa al futuro della nostra lingua e dà tutti gli elementi per fissare definitivamente le regole, che mai nessuno ha dato, della Lingua Genovese. Ecco, il “Manuale del Genovese Moderno” è tutto qui: poche regole, ma buone! Buon lavoro a tutti e… Pe Zena e pe Sàn Zòrzo!
10 BUSSI La mia bottiglia per l’oceano E/O: La storia, avvincente, si dipana in un’isola della Polinesia tra tatuaggi, simboli misteriosi, statue minacciose, perle nere e fughe nella giungla fino a una conclusione del tutto inaspettata. Come nei gialli della miglior tradizione, l’assassino si scopre alle ultime pagine. L’isola di Hiva Oa, uno dei paradisi equatoriali della Polinesia francese, non è un atollo, ma un luogo di alte montagne e profonde vallate, traboccante di vegetazione, culla di un’antica cultura quasi interamente spazzata via dalla colonizzazione bianca a partire da metà Ottocento. Oggi è famosa soprattutto perché ci hanno vissuto Gauguin e, settant’anni dopo, Jacques Brel, le cui tombe sono meta di pellegrinaggio. Nella pensione Au Soleil Redouté, sotto la guida del celebre romanziere Pierre-Yves François detto PYF, si svolge un laboratorio di scrittura al quale partecipano cinque aspiranti scrittrici: Clémence, trentenne sportiva, sognatrice, espansiva; Eloïse, anche lei trentenne, bella, malinconica, chiusa; Farèyne, quarantenne, comandante di commissariato a Parigi con il pallino della scrittura, accompagnata dal marito Yann, capitano di gendarmeria; Marie-Ambre, anche lei quarantenne, ricca sfondata con tendenza all’alcolismo, accompagnata dalla figlia sedicenne Maïma; infine Martine, settantenne, blogger di successo con più di quarantamila follower. Nella spettacolare cornice polinesiana il consesso letterario sembra procedere con armonia e alacrità, sennonché a un certo punto lo scrittore sparisce, si volatilizza, e nella pensione si affaccia la morte sotto forma di un misterioso omicidio su cui ognuno indaga a modo suo, ma giungendo tutti a un’identica conclusione: l’assassino non può che essere uno di loro!









