Da Simone Vaccarino riceviamo F. Faggiani, Non esistono paesi lontani.

Simone ci scrive: “La pagina riportata è una curiosa spiegazione del “valore del temo piccolo”: quei tratti temporali di brevissima durata in cui vengono prese decisioni importantissimi in un lasso temporale molto ristretto. È una descrizione interessante che il protagonista del romanzo ricorda quale insegnamento ricevuto da padre burbero, con cui aveva avuto un rapporto difficile e travagliato. È il secondo libro di Faggiani che ho letto, dopo l’altrettanto bello IL GUARDIANO DELL COLLNA DEI CILIEGI: un libro che mi ha appassionato tantissimo e che ho regalato a miei cari amici. Nel romanzo NON ESISTONO POSTI LONTANI viene descritta una rocambolesca traversata dell’Italia da Bressanone fino a Ischia di una camionetta della Croce Rossa piena di capolavori artistici che i tedeschi avevano cercato di trafugare dall’Italia. Il protagonista, l’archeologo Filippo CAVALCANTI, incontra Quintino ARAGONESE un personaggio di Napoli dalle mille risorse e inventive, poco acculturato, ma veloce e con grande intuito, che riesce sempre a trovare una via d’uscita alle mille insidie a cui andranno incontro durante tale viaggio. I due insieme, architettano e portano a termine questo interminabile e faticosissimo viagio inerpicandosi per Alpi e Appennini. Il rapporto tra i due personaggi è esilarante in quanto sono diversissimi come età, come cultura ma riescono a trovare una entente cordiale che rende i loro dialoghi sempre spassosimi, ma anche molto profondi. Un libro che mai ha dato molto e che ti fa apprezzare la vita con tutte le belle cose che ci sono, per lo piu’ molto semplici.”

Dalla presentazione dell’editore:

Un viaggio a due attraverso l’Italia, intrapreso nel periodo più cruento della guerra, e la nascita di un’amicizia speciale. Roma, aprile del 1944. L’archeologo Filippo Cavalcanti è incaricato dal Ministero di recarsi a Bressanone per controllare gli imballaggi di un carico di opere d’arte destinate alla Germania. Arrivato sul luogo, l’ormai anziano professore conosce Quintino, un intraprendente ragazzo ischitano spedito al confino in Alto Adige. Vista la situazione incerta in cui versa il Paese e il pericolo che minaccia entrambi, i due decidono di scappare insieme per riportare le opere d’arte a Roma. In un avventuroso viaggio da nord a sud, i due uomini, dalla personalità molto diversa, e nonostante la distanza sociale che li separa, avranno modo di conoscersi da vicino e veder crescere pian piano la stima reciproca. Grazie alle capacità pratiche di Quintino e alla saggezza di Cavalcanti, riusciranno a superare indenni diversi ostacoli ma vivranno anche momenti difficili incontrando sulla strada partigiani, fascisti e nazisti, come pure contadini, monaci e gente comune, disposti ad aiutarli nell’impresa. Giunti finalmente a Roma, che nel frattempo è stata liberata, si rendono conto che i pericoli non sono finiti e decidono così di proseguire il viaggio per mettere in salvo il prezioso carico tra imprevisti e nuove avventure.
Paesaggi insoliti, valli fiorite e boschi, risvegliati dall’arrivo di una strana primavera, fanno da sfondo a questa vicenda delicata e toccante, una storia appassionante sul valore dell’amicizia con cui l’autore, ancora una volta, riesce a commuovere ed emozionare.