Da Felice Alessini riceviamo V.Caiazza, Bambina, Leonida

“Corpi di vivi e di morti giacevano per terra gli uni accanto agli altri, e quelle dita, quelle dita accanto a me, non le potrò mai dimenticare. Bambini che piangevano, donne che urlavano e chiamavano chi non riuscivano più a trovare. Mi misi a piangere senza accorgermi di piangere. Ero un essere perfettamente inutile che stava tra quelle persone, tra quei corpi senza fare nulla, senza poter fare nulla.”

Dalla presentazione dell’editore:

“Non la rividi più, non seppi più nulla di lei, e, così, sotto quelle bombe caddero anche i nostri giorni, quei giorni meravigliosi che avevamo trascorso in quelle strade, in quei luoghi. Si chiuse per me il periodo di Elena e i nostri incontri, i nostri baci, le nostre parole, perfino quelle più stupide, furono cancellati e inghiottiti dalla nube di polvere che in quella mattina di agosto avvolse e soffocò d’improvviso la nostra città…”