Da Rosa Ghislandi riceviamo S.Veronesi, Il colibrì.

A questo proposito Rosa ci ha scritto: “L’unico libro nel mio periodo di d’isolamento da questa pandemia è stato “Il colibrì “ Racconta la storia di un medico toscano Marco Carrera la cui vita assomma una quantità di dolore ben superiore alla media. Non è un libro tragico come avevo creduto e i salti temporali rendono più digeribile i lutti. Un libro che emoziona senza addolorare “perché come il colibrì mette tutta la sua energia nel restare fermo”. Sopravvivere non significa vivere meno; scopo del dottor Carrera è di consegnate al mondo l’uomo del futuro, la necessità della verità contro la libertà calpestata, il desiderio ostinato di avere fede nel futuro incarnato bella nipotina Miraijin Carrera.”

“E’ una cosa tipica del giocatore: sperare di cambiare la propria vita vincendo, anche se quel desiderio non l’ha mai veramente avuto.”

Dalla presentazione dell’editore:

Marco Carrera, il protagonista del nuovo romanzo di Sandro Veronesi, è il colibrì. La sua è una vita di continue sospensioni ma anche di coincidenze fatali, di perdite atroci e amori assoluti. Non precipita mai fino in fondo: il suo è un movimento incessante per rimanere fermo, saldo, e quando questo non è possibile, per trovare il punto d’arresto della caduta – perché sopravvivere non significhi vivere di meno.
Intorno a lui, Veronesi costruisce altri personaggi indimenticabili, che abitano un’architettura romanzesca perfetta. Un mondo intero, in un tempo liquido che si estende dai primi anni settanta fino a un cupo futuro prossimo, quando all’improvviso splenderà il frutto della resilienza di Marco Carrera: è una bambina, si chiama Miraijin, e sarà l’uomo nuovo.
Un romanzo potentissimo, che incanta e commuove, sulla forza struggente della vita.