Per la sezione viaggi e fuori concorso segnaliamo:

E. Morante, L’isola di Arturo, Einaudi

“…Eravamo d’inverno, e quel giovedì un piovasco freddo annebbiava Procida e il golfo. In giornate simili, così rare da noi, l’isola pare una flotta che ha ripiegato le sue mille vele dipinte e viaggia su correnti senza tumore, verso gli Iperborei. I fumi dei piroscafi di linea che fanno il solito giro quotidiano, e i loro lunghi fischi attraverso l’aria, sembrano segnali di rotte misteriose, fuori dalla tua sorte: passaggi di contrabbandieri, di cacciatori di balene, di pescatori eschimesi: tesori e migrazioni! Questi segnali ti portano un’allegrezza d’avventuriero, e a volte, invece, uno sgomento, come fossero luttuosi addii. ….”

isola

Procida è essenza del romanzo con tutto il senso e il sentimento di assenza e presenza che le isole inevitabilmente danno. Stare e fuggire con la mente è la vita di Arturo. Premio Strega 1957 – da vedere anche il film di Damiani del 1962, vincitore al festival del cinema di San Sebastian

Dalla presentazione dell’editore:

Arturo, il guerresco ragazzo dal nome di una stella, vive in un’isola tra spiagge e scogliere, pago di sogni fantastici. Non si cura di vestiti né di cibi. È stato allevato con latte di capra. La vita per lui è promessa solo di imprese e di libertà assoluta. E ora ricorda. Queste sono le sue memorie, dall’idillio solitario alla scoperta della vita: l’amore, l’amicizia, il dolore, la disperazione. Secondo romanzo della Morante dopo Menzogna e sortilegio (1948), L’isola di Arturo confermò tutte le qualità della scrittrice romana: l’impasto di elementi realistici e fiabeschi, la forte suggestione del linguaggio. Arturo, come Elisa in Menzogna e sortilegio, “si porta addosso la croce di far parte non di un oggi ma di un sempre”.