Da Fernanda Sacchieri riceviamo:
Doris Lessing all’anagrafe Doris May Tayler (Kermanshah, 22 ottobre 1919 – Londra, 17 novembre 2013), è stata una scrittrice britannica. Ha vinto il premio Nobel per la letteratura 2007 con la seguente motivazione: “cantrice dell’esperienza femminile che con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa”.
La vita di Doris Lessing dovrebbe essere nota ai suoi lettori, anche perché ha passato molti anni a raccontarla. Nelle sue memorie descrive con un’intimità quasi oscena il paesaggio, i suoni e soprattutto gli odori della terra africana che l’ha nutrita e formata. La sua infanzia – divisa tra una turbolenta vita all’aperto e un’intensa vita interiore – era dominata da una madre imperiosa con cui ha litigato “continuamente ma malvolentieri” fin quando è morta. Anche se le figure materne hanno un ruolo importante nella sua narrativa, solo di recente la Lessing è riuscita a scrivere della madre in maniera diretta. L’ha perdonata? “L’ho capita, se questo può dirsi perdono”. (da Corriere della sera).
“Se gioventù sapesse” pag. 9
Mentre scendevo dalla metropolitana ho inciampato. Il piede destro mi si è infilato nel breve spazio fra la vettura e la banchina e sono finita carponi sul marciapiedi, in mezzo ai passeggeri che spingevano per salire e mi passavano accanto frettolosi e indifferenti. Mi sono rimessa in piedi a fatica e stavo per perdere di nuovo l’equilibrio quando ho visto un uomo accorrere verso di me e malgrado la confusione e l’imbarazzo ho notato subito la sua aria autorevole, sicura, decisa. Mi ha afferrata impedendomi di cadere di nuovo, e per effetto dei nostri sforzi congiunti mi sono ritrovata fra le sue braccia, con la mano che reggeva la borsetta, che avevo sempre tenuta ben salda, sulla sua nuca Mi è venuto da ridere. Una risatina sommessa e on po’impacciata, ma è stato più forte di me.
I nostri visi erano vicinissimi, e ho ammirato i suoi bei lineamenti, il suo sguardo vivace, penetrante. Ma in un uomo così sicuro di sé mi sarei attesa un volto meno – temo proprio non ci sia altra parola – sensibile. Mi ha sorriso, incuriosito. “Sono una scrittrice”, gli ho detto. “Scrivo romanzi sentimentali.“ Dopo un attimo di perplessità si è messo a ridere anche lui, divertito, mentre io mi rassettavo gli abiti e cercavo di ricompormi.
Ci siamo guardati, senza affatto nascondere che ci piacevamo.”
Fernanda Sacchieri – ferdy41@yahoo.it