In attesa che parta il concorso, tanto per tenerci caldi, come gli atleti prima del via, eccovi un’altra paginetta della Munro
A. Munro, In fuga, Einaudi Editore (trad. S. Basso) (pag. 16 e 17)
…Quando udì Carla tirar giù la scala e poi i suoi passi sulla veranda, la colse un moto di timidezza. Restò seduta dov’era, a testa bassa, mentre Carla le passava alle spalle, diretta in cucina per riordinare il secchio e il rotolo di carta sotto il lavello. Carla si fermò appena, passando rapida come un uccello, ma riuscì a depositare un bacio sul capo chino di Sylvia. Poi continuò a fischiettare qualcosa tra sé e sé.
Da allora quel bacio non era più uscito dalla mente di Sylvia. Non significava niente di speciale. Voleva solo dire su con la vita. Oppure Ci siamo quasi. Voleva dire che erano due buone amiche, e che insieme avevano sbrigato un sacco di faccende deprimenti. O magari soltanto che era uscito il sole. Che Carla stava pensando di tornare a casa dai suoi cavalli. Eppure, a Sylvia sembrò un fiore coloratissimo i cui petali le invasero il corpo di un impetuoso calore, come una vampata da menopausa.
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