Sempre in collaborazione con la libreria La Zafra di Chiavari pubblichiamo i dieci libri più venduti in ottobre.
1) MANZINI La mala erba, SELLERIO
2) GIOVANNI LINDO FERRETTI Ora conserva difendi prega, Compagnia editoriale Alberti
3) PAOLO FIORE Il suono del silenzio, INTERNOS
4) ALESSIA GAZZOLA La Costanza è un’eccezione, LONGANESI
5) MALVALDI e BRUZZONE Chi si ferma è perduto, SELLERIO
6) PAOLO CAPOZIO Il circuito motociclistico del Tigullio, YOUCANPRINT
7) SUSANNA TAMARO Tornare umani, SOLFERINO
8) VIARENGO Ottobre 1922 Il Tigullio nei giorni della marcia su Roma, INTERNOS
9) ANDREA VITALI Cosa è mai una firmetta, GARZANTI
10) VALERIA CORCIOLANI Il morso del ramarro, ERBA MOLY
1) MANZINI La mala erba, SELLERIO – Nella cameretta di Samantha spicca appeso al muro il poster di una donna lupo, «capelli lunghi, occhi gialli, un corpo da mozzare il fiato, gli artigli al posto delle unghie», una donna che non si arrende davanti a nulla e sa difendersi e tirare fuori i denti. Samantha invece, a 17 anni, ha raccolto nella vita solo tristezze e non ha un futuro davanti a sé. Non è solo la povertà della famiglia; è che la gente come lei non ha più un posto che possa chiamare suo nell’ordine dell’universo. Lo stesso vale per tutti gli abitanti di Colle San Martino: vite a perdere, individui che, pur gomito a gomito, trascinano le loro esistenze in solitudine totale, ognuno con i suoi sordidi segreti, senza mai un momento di vita collettiva, senza niente che sia una cosa comune. Sul paese dominano, rispettivamente dall’alto del palazzo padronale e dal campanile della chiesa, Cicci Bellè, «proprietario di tutto», e un prete reazionario, padre Graziano. I due si odiano e si combattono; opprimono e sfruttano, impongono ricatti e condizionamenti. Cicci Bellè prova un solo affetto, per il figlio Mariuccio, un ragazzone di 32 anni con il cervello di un bambino di 5; padre Graziano porta sempre con sé il nipote Faustino, bambino viziato, accudito da una russa silenziosa, Ljuba. Samantha non ha conforto nel ragazzo con cui è fidanzata, nemmeno nei conformisti compagni di scuola; riesce a comunicare solo con l’amica Nadia. Tra squallide vicende che si intrecciano dentro le mura delle case, le sfide dei due prepotenti e i capricci di un destino tragico prima abbattono la protagonista, dopo le permettono di vendicarsi della sua vita con un colpo spregiudicato, proprio come una vera donna lupo; un incidente, un grave lutto, un atto di follia, sono le ironie della vita di cui la piccola Samantha riesce ad approfittare. La penna di Antonio Manzini, che ha descritto un personaggio scolpito nella memoria dei lettori come Rocco Schiavone, raffigura individui e storie di vivido e impietoso realismo in un noir senza delitto, un romanzo di una ragazza sola e insieme il racconto corale di un piccolo paese. Una specie di lieto fine trasforma tutto in una fiaba acida. Ma dietro quest’apparenza, il ghigno finale della donna lupo fa capire che La mala erba è anche altro: è un romanzo sul cupio dissolvi di due uomini prepotenti, sulla vendetta che non ripristina giustizia, sul ciclo inesorabile e ripetitivo dell’oppressione di una provincia emarginata che non è altro che l’immensa, isolata provincia in cui tutti viviamo.
2) GIOVANNI LINDO FERRETTI Ora conserva difendi prega, Compagnia editoriale Alberti – Credo il pregare un ragionevole atto, intimo e sociale. Di valenza cosmica. Credo la preghiera fortezza pura, vivificante e il tempo del pregare un tempo eterno. “Sto invecchiando 1953/2022 / il corpo non mente, obbliga riguardi / e cure, lo spirito ancora strappa / velleitario preda di entusiasmi poi / insostenibili. Tendo al selvatico, / solitario, all’ombra di una casa / venerabile dimora, in sintonia col
variare delle stagioni, sensibile alla / presenza animale / le cose visibili ed invisibili / attento all’accadere: un sempre più
rapido mutare. Non ho più alcun / interesse per il racconto che il mondo / fa di sé tra vacuità e tornaconti da / poco. / Sono residuale, in attesa di non so che. / Ho fatta mia la triade dell’ultimo / Pasolini poeta / difendi conserva prega.
3) PAOLO FIORE Il suono del silenzio, INTERNOS – Questa volta i quattro amici al bar non sono esattamente tali. Prima di tutto, perché egacute; il bar è un’antica osteria sulla Piazza Maggiore del dolce Mondovì ridente e sonnacchioso. Poi, perché i quattro non sono neppure tutti amici, hanno una certa età e sono piuttosto male assortiti: un generale della Finanza in congedo, una coriacea avvocatessa, un prete ormai ex parroco e il gestore dell’osteria. Cosa può avere spinto quattro persone del genere a trovarsi in una sera dell’aprile 2050? Esatto: l’amicizia, comune a tutti loro e profonda, nei confronti di Angelo Dutto, ex professore di latino e greco del liceo locale, morto dieci anni prima e dal comportamento austero e stravagante, che negli ultimi tempi della sua esistenza era stato al centro di vicende di cronaca.
4) ALESSIA GAZZOLA La Costanza è un’eccezione, LONGANESI – Dalla creatrice dell’Allieva una nuova, travolgente avventura per Costanza e un mistero da risolvere risalente alla Venezia di fine Seicento. Facciamo il punto. Costanza, dopo la laurea in medicina, è stata costretta a lasciare la sua amata e luminosa Sicilia per trasferirsi nel freddo e malinconico Nord. A tenere in caldo i cuori, però, ci pensa Marco, incantevole padre della sua incantevole Flora che Costy, non senza qualche incertezza, ha deciso di portare nella vita della figlia. Dopo varie tribolazioni, Marco ha praticamente lasciato la storica (e decisamente perfetta) fidanzata all’altare. Costanza (seppur decisamente imperfetta) credeva che l’avesse fatto per lei, ma non ne è più così sicura considerato che Marco prende tempo e si comporta in modo piuttosto ambiguo. Come sempre, però, nella vita di Costanza non c’è spazio per la riflessione: lei è una madre lavoratrice e precaria che al momento si sta autoconvincendo di aver compiuto la scelta giusta decidendo di lasciare l’Istituto di Paleopatologia di Verona per un impiego da anatomopatologa a Venezia. Come se la situazione non fosse abbastanza complicata, gli ex colleghi la richiamano per un incarico dal lauto compenso: l’ultima discendente di un’antica famiglia veneziana, gli Almazàn, desidera scoperchiare le tombe dei suoi antenati per scoprire cosa c’è di vero nelle dicerie calunniose che da secoli ammantano di mistero il casato. Costanza non vorrebbe accettare, ma questa storia a tinte fosche solletica la sua curiosità… e poi scopre che nell’operazione è coinvolto anche Marco. Che il cantiere possa rappresentare un’occasione d’oro per trovare un equilibrio vita-lavoro? O, per meglio dire: che il cantiere possa rappresentare un’occasione d’oro per cercare di capire cosa c’è davvero tra lei e Marco? Con coraggio, determinazione e tanta, tanta costanza, questa eroina dai capelli rossi affronterà nuove sfide, svelerà antiche trame mentre proverà a comprendere il suo cuore.
5) MALVALDI e BRUZZONE Chi si ferma è perduto, SELLERIO – Una nuova protagonista del giallo italiano, una investigatrice destinata a far breccia nel cuore dei lettori: Serena Martini, caparbia e curiosa e con tanto tempo a disposizione. Per dar vita a questo personaggio letterario Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone, coppia nella vita, hanno deciso di scriverne insieme. Un’indagine al femminile che, tra suspense e ironia, scava nei segreti di un borgo toscano e dei suoi abitanti. Serena, casalinga ultraindaffarata di un borgo vicino a Pisa, si imbatte casualmente in un cadavere. È quello del professor Caroselli, ottimo musicista e rigoroso insegnante nella scuola locale gestita dalle suore. Serena ha una solida formazione da chimica e un buon lavoro, ma ha scelto di licenziarsi stanca della discriminazione maschilista. Ma la sua identità non si esaurisce nel ruolo di madre di famiglia. Inoltre, la multitasking mamma di due figli e moglie di un distratto scienziato possiede quello che lei chiama «superpotere», un olfatto formidabile e professionalmente coltivato che le consente di distinguere perfino i singoli componenti chimici delle sostanze. Il passaggio da testimone in un caso di omicidio a investigatrice è così inevitabile. L’inchiesta ufficiale è invece condotta da Corinna Stelea, sovrintendente di polizia alta quanto un giocatore di pallacanestro, apparsa per la prima volta in Argento vivo nel ruolo di agente scelto che qui vedremo crescere. La coppia indirizza i sospetti verso i traffici del convento che gestisce la scuola. Molti pettegolezzi accompagnano l’indagine e molti segreti saranno svelati. Ma la soluzione sarà la più triste.
Serena Martini e Corinna Stelea, i due nuovi personaggi creati dalla collaborazione di un affermato scrittore con una quasi esordiente, ma soprattutto dalla fusione di un punto di vista maschile e uno femminile, hanno giornate così complicate e vere che le loro più banali vicende quotidiane rischiano ogni momento di precipitare nell’acrobatico, nel paradosso, nell’avventura. Come già nella serie del BarLume, è l’affermazione del lato umoristico, o benevolmente assurdo, della vita che introduce nel poliziesco l’elemento comico, a cui in questo romanzo si aggiunge la capacità di rappresentare la sensibilità femminile.
6) PAOLO CAPOZIO Il circuito motociclistico del Tigullio, YOUCANPRINT – “19 novembre 1922: i maggiori quotidiani e riviste di settore riportano con entusiasmo notizie sul “Circuito del Tigullio”. La particolarità del tracciato – carico di curve e saliscendi -, gli stupendi panorami, le eleganti ville e non per ultima la dolcezza del clima, lo rendono effettivamente affascinante. Eppure ad oggi è un Circuito dimenticato dai più, nonostante grandi piloti, come Tazio Nuvolari e i fratelli Ghersi, si siano sfidati sul suo percorso. Da neofita dell’antico, l’Autore, grazie ad un accurato lavoro di ricerca sulle fonti dell’epoca, riporta le cronache locali e nazionali, gli aneddoti e le classifiche di una gara dal fascino inaspettato. Tra le bellezze di Rapallo e Santa Margherita Ligure, si dipana un pezzo della storia del motociclismo italiano tutta da scoprire.”
7) SUSANNA TAMARO Tornare umani, SOLFERINO – Credevamo di essere onnipotenti e sbagliavamo. Credevamo di aver capito tutto e non avevamo capito niente. Gli anni della pandemia hanno costituito un grande reset, per tante certezze e tante convinzioni, e il risultato è un trauma collettivo di cui oggi viviamo le conseguenze: una situazione di gravissimo contrasto sociale, patologie psicologiche diffuse in forme acute soprattutto tra i giovani, un’incertezza generale sul futuro. Dobbiamo ritrovare un filo di Arianna in ciò che abbiamo vissuto e usarlo per ricucire la trama della nostra convivenza, se vogliamo sopravvivere come specie. E questo filo è fatto di pensiero e di resistenza: alla disinformazione, alle tentazioni del controllo sociale, a un’«era dello squalene» segnata da sopraffazione e sfruttamento, alla deriva del transumanesimo che minaccia innanzitutto la nostra medicina. Una concezione aberrante secondo cui le persone non sono unioni irripetibili di corpo e anima ma solo oggetti da trattare, da riempire di pillole e vaccini, fino all’estremo di sopprimerle quando non più «funzionali». Susanna Tamaro tesse in queste pagine una riflessione profonda e necessaria sulla natura e sul nostro posto nel mondo, dando voce con l’intensità di una grande scrittrice ai dubbi di molti, non solo sulla gestione passata della pandemia ma sulle intenzioni future di una scienza e di una politica che sembrano aver contratto il virus più pericoloso: la cecità di fronte alla verità della vita. Questo libro suona le trombe di Gerico e sgretola il muro dei pregiudizi, delle polemiche e dell’arroganza: uno sguardo che si alza libero e ci offre una prospettiva nuova, come un volo di rondini.
8) VIARENGO Ottobre 1922 Il Tigullio nei giorni della marcia su Roma, INTERNOS – Il 28 ottobre del 1922 migliaia di fascisti da tutta l’Italia marciarono su Roma dando vita a una manifestazione eversiva volta a favorire l’ascesa al potere di Benito Mussolini. La manifestazione ebbe termine il 30 ottobre, quando il re Vittorio Emanuele III incaricò Mussolini di formare un nuovo governo. La marcia e il suo anniversario divennero il punto di riferimento per il conto degli anni secondo l'”era fascista”. Che cosa accadde in quei giorni nel Tigullio? Come fu vissuto quell’evento? Ricostruisce i fatti Giorgio “Getto” Viarengo. Giorno dopo giorno, quasi ora dopo ora, scorrono davanti al lettore le “immagini” delle squadracce fasciste in azione in tutto il territorio, della inutile resistenza dei democratici, dei sindaci che non volevano piegarsi alla violenza, delle intimidazioni e delle punizioni a base di olio di ricino che dovettero subire gli oppositori, dell’esultanza becera dei vincitori, della rassegnazione di chi avrebbe avuto il dovere di difendere l’ordine pubblico. Sì, si tratta proprio di immagini, poiché la narrazione di Viarengo procede per scene successive come in un film. Un film basato, però, su documenti precisi rintracciati in archivi e riportati nel testo per intero, uno per uno, senza nulla tralasciare. Con nomi e cognomi dei protagonisti. Molte famiglie di oggi potranno riconoscere i loro antenati, tanto quelli schierati da una parte, quanto quelli militanti dall’altra. La maggior parte di coloro che leggeranno queste pagine resteranno probabilmente increduli di fronte allo scorrere sotto i loro occhi meravigliati di eventi accaduti proprio nelle loro città e paesi, nelle strade che percorrono ogni giorno inconsapevoli. Un altro libro per non dimenticare.
9) ANDREA VITALI Cosa è mai una firmetta, GARZANTI – Di stare a Bellano il venticinquenne Augusto Prinivelli, perito industriale, non ne può più. Sogna un’altra vita, sogna la città. Così ha cercato e trovato lavoro a Lecco presso la Bazzi Vinicio-minuterie metalliche. E non è finita. Quando l’anziana zia Tripolina, con cui vive da che è rimasto orfano, dovesse morire, venderà il putrido caseggiato di quattro piani di cui lei è proprietaria, manderà al diavolo quei morti di fame che sono in affitto e tanti saluti. Ma l’Augusto non ha fatto i conti col destino. La mattina di mercoledì 8 febbraio 1956, infatti, irrompe sulla scena Bazzi Birce. È la figlia di Bazzi Vinicio, il titolare dell’azienda, ed è colpo di fulmine. Corteggiamento, brevissimo; fidanzamento, un amen; nozze. E per il futuro? No, niente figli, piuttosto, il caseggiato… Venderlo? Alt! Un momento. Lo sa l’Augusto cosa ne verrebbe fuori rimettendolo a posto? No? Lo sa lei, la Birce, imbeccata dal padre, che per certe cose ha il fiuto giusto. E poi non si può stare ad aspettare che la zietta muoia, perché a dispetto di tutto e di tutti pare un tipo coriaceo. Non si potrebbe invece farle mettere una firmetta su un atto di cessione? Cosa sarà mai! Andrebbe tutto a posto in un niente. Oltretutto bisognerebbe arginarla la zietta, perché morta la vicina ha già trovato una nuova affittuaria. È una giovane vedova trasferita da Colico che la notte sembra lamentarsi spesso, forse avrebbe bisogno di un dottore. Sì, ma di che tipo? In questo Cosa è mai una firmetta, l’estro narrativo di Andrea Vitali sperimenta nuovi percorsi. L’osservazione del paesaggio umano che abita il suo mondo letterario si fa ancora più tagliente e impietosa. Capace di strappare un sorriso a ogni piega del racconto con le sue fulminanti invenzioni, non risparmia lo scavo tra gli istinti primordiali dei suoi personaggi, fino a metterne a nudo il cinismo che li divora.
10) VALERIA CORCIOLANI Il morso del ramarro, ERBA MOLY – Un giallo pieno di vita che si dipana per le strade e i palazzi di una Liguria solare e inquieta. A partire da un tentativo di furto non riuscito, nasce la vicenda che intreccia una miriade di esistenze: i tre giovani borghesi viziatelli e annoiati che rubano per il solo gusto del brivido, l’anziano professore con la sua badante Marisol, la vicina con tanto di marito fedifrago e figlia in preda a divertenti turbe adolescenziali, e una casa di riposo con i suoi arzilli ospiti, i dottori e gli infermieri. Attorno a tutti loro pulsa un’estate da riviera di Levante, calda, profumata e lieve, capace di stemperare le passioni umane più forti e crudeli come le malinconie più struggenti con la semplicità di un refolo d’aria che passa fra le siepi di pitosforo e le palme del lungomare.









