Da Rosa Ghislandi riceviamo A. Dumas, Il conte di Montecristo.
Nel segnalarcelo Rosa ci scrive: “Classico della letteratura, un capolavoro conosciuto grazie anche a diversi sceneggiati televisivi, vi sto parlando del libro che mi ha accompagnato in questa calda estate: Il Conte di Montecristo. Mastodontico, dai lunghi dialoghi e minuziose descrizioni da grandi soddisfazioni.
(Dumas venne criticato ed accusato per questo). Siamo nella Francia del 1814 , Edmond Dantes, il protagonista ,vittima di una congiura viene incarcerato ed isolato per 14 anni nella fortezza inespugnabile d’If; grazie all’incontro con l’abate Faria riuscirà a scappare e a sdebitarsi con il suo armatore e a vendicarsi di chi l’ha tradito, fino alla sua scomparsa. Il Conte ha un senso della giustizia molto alta quasi al di sopra di Dio, mentre i numerosi personaggi sono delineati nei loro aspetti psicologici, ma anche nella loro intera umanità. Non c’è una netta contrapposizione tra buono/cattivo perché siamo a conoscenza di ciò che ha portato al tradimento, partecipiamo al dubbio e alla rivalsa verso chi l’ha tradito.
Fantastica avventura dove amore, amicizia , forza di volontà, giustizia e meschinità ci continuano ad emozionare. Un’estate trascorsa insieme ad un uomo irraggiungibile ma che mi ha fatto anche sognare.”
„«Fernand! – gridò Montecristo, – dei miei cento nomi non avrei bisogno di dirtene che uno solo per fulminarti; ma questo nome tu lo indovini, non è vero? o piuttosto te lo ricordi? perché malgrado tutte le mie sofferenze, tutte le mie torture, oggi ti mostro un viso ringiovanito dalla felicità della vendetta, un viso che devi aver visto molto spesso in sogno dopo il tuo matrimonio…. con Mercedes, la mia fidanzata!» Il generale, con la testa rovesciata all’indietro, le mani tese, lo sguardo fisso, divorò in silenzio quella terribile visione; poi, trovato un punto d’appoggio sulla parete, scivolò lentamente fino alla porta, dalla quale uscì all’indietro lasciandosi sfuggire questo solo grido lugubre, lamentoso, straziante: «Edmond Dantès!».“

Dalla presentazione dell’editore:
Ambientato nella Francia della Restaurazione e della monarchia di Luigi Filippo, Il conte di Montecristo (1844) è la storia di un’ingiustizia subita, riscattata da una vendetta portata alle sue estreme conseguenze. È anche una storia di onnipotenza: Edmond Dantès, vittima innocente dell’invidia dei suoi calunniatori, li distrugge sul loro stesso terreno, li annienta utilizzando gli stessi strumenti grazie ai quali sono diventati ricchi e potenti. Come un eroe senza tempo, riassume nella sua vendetta bene e male, si confronta con i limiti stessi della condizione umana, superandola: la vittoria è giusta ma amara, la vera liberazione è sempre oltre, altrove. Il conte di Montecristo è il romanzo più completo di Dumas, una sorta di testo vivente in cui si intrecciano e coesistono il contesto storico, le vicende individuali, la realtà e l’immaginazione.