Da Marco Grando riceviamo A. Bertante, Mordi e fuggi.

Marco ci scrive: “Un romanzo sull’inizio delle Brigate Rosse. Sì legge tutto d’un fiato. Una storia affascinante nonostante la tragicità di quello che sarebbe successo.


“Viaggiavamo su una vecchia Fiat 850 con i finestrini abbassati, in modo da lasciare entrare l’aria umida e puzzolente della città, effimero sollievo al grande caldo. Discutevamo della necessità di passare subito all’azione nelle fabbriche dove eravamo più forti, magari cominciando con il bruciare la macchina a un noto infame della Pirelli, un sorvegliante che fotografava di nascosto gli operai in sciopero per poi denunciarli ai capireparto. Sulla necessità di passare dalle parole ai fatti eravamo tutti d’accordo ma rimanevano ancora molte incertezze identitarie, a partire dal nome.

Il nome adesso è la nostra priorità, un nome per rivendicare le nostre azioni, disse Renato, usando un tono concitato per lui davvero inconsueto. Un nome che sia facile da memorizzare e che allo stesso tempo renda subito chiare la forza e la novità della nostra lotta, in fabbrica come nei quartieri. I compagni si devono ricordare di noi, devono riconoscerci in base a quello che facciamo e come lo facciamo.”

Dalla presentazione dell’editore:

Milano, 1969. Università occupate, cortei, tensioni nelle fabbriche. Il 12 dicembre la strage di piazza Fontana. Alberto Boscolo ha vent’anni, viene da una famiglia normale, né ricca né povera, è iscritto alla Statale ma vuole di più. Vuole realizzare un proprio progetto politico. Deluso dall’inconcludenza del Movimento Studentesco, si avvicina a quello che di lì a poco sarà il nucleo delle Brigate Rosse.

I mesi passano, Alberto partecipa alle azioni dimostrative, alle rapine di autofinanziamento e al primo attentato incendiario, ma il suo senso di insoddisfazione non si placa.

Vuole agire sul serio. Il gruppo organizza il sequestro lampo di Idalgo Macchiarini, un dirigente della Sit-Siemens, e lo sottopone al primo processo proletario. «Mordi e fuggi », scrivono i brigatisti. La stampa batte la notizia; nei bar degli operai non si parla d’altro, le Brigate Rosse sono pronte ad alzare il livello dello scontro.

In una metropoli nebbiosa, violenta e indimenticabile, Alessandro Bertante dà vita a una vicenda umana tumultuosa e vibrante, nella quale, intrecciando fiction e cronaca, vediamo scorrere i fatti cruciali che innescheranno la tragica stagione degli anni di piombo.

Un romanzo duro e avvincente, dal ritmo serrato e incalzante, che non cerca facili risposte ma che apre nuove domande su uno dei periodi più drammatici della recente storia italiana.