Da Ilaria Colucci riceviamo R. Dahl, La Fabbrica di Cioccolato, Salani Editore.

“….  «Una tavoletta di Cioccocremolato Delizia Wonka al Triplosupergusto, prego» disse, ricordando quanto gli era piaciuta quella che aveva ricevuto per il suo compleanno.

Dietro al bancone c’era un signore grasso e ben pasciuto. Aveva grosse labbra e guanciotte piene e un immenso collo in cui le pieghe di grasso uscivano dal colletto della camicia formando una specie di ciambella di gomma. L’uomo si girò, allungò la mano per prendere la tavoletta, poi si voltò di nuovo e la porse a Charlie. Il ragazzo l’afferrò, la scartò rapidamente e si riempì la bocca con un enorme morso. Poi ne prese un altro… e un altro ancora… oh, che piacere infilarsi in bocca qualcosa di dolce e croccante! La gioia di riempirsi di cibo nutriente e delizioso!

«A quanto pare avevi proprio proprio bisogno di quella tavoletta, figlio» commentò il gioviale negoziante.

Charlie annuì, la bocca troppo piena di cioccolato per parlare.

Il negoziate mise il resto sul bancone e aggiunse: «Vacci piano, ragazzo. Se la mandi giù così, senza masticare, ti verrà il mal di pancia».

Charlie continuò divorare il cioccolato. Non riusciva a fermarsi. In neanche mezzo minuto, l’intera tavoletta era scomparsa giù per la gola. Era rimasto quasi senza fiato, ma si sentiva benissimo, straordinariamente felice. Allungò una mano per prendere il resto. Ebbe un’esitazione. Gli occhi erano esattamente al livello del bancone e fissavano le monetine che stavano erano tutti pezzi da cinque pence, nove in tutto. Certo non sarebbe successo niente se ne avesse spesa un’altra…

«Credo…» cominciò a dire a voce bassa, «credo proprio che… prenderò un’altra di quelle tavolette di cioccolato. Lo stesso tipo di prima, prego».

«Perché no?» disse il grassone, allungando di nuovo la mano dietro di sé per prendere un’altra tavoletta di Ciccocremolato Delizia Wonka al Triplosupergusto. Quindi la mise sul bancone.

Charlie la prese e ne strappò via l’involucro… e all’improvviso… da sotto la carta… apparve un bagliore dorato.

Il cuore di Charlie si fermò.

«Ma è un Biglietto d’oro!» gridò il negoziante, facendo un salto di mezzo metro. «Hai trovato un Biglietto d’oro! Hai trovato l’ultimo Biglietto d’oro rimasto! Roba da non crederci! Venite gente, venite a vedere! Questo ragazzino ha trovato l’ultimo Biglietto d’oro di Wonka! Sul serio! Guardate, ce l’ha ancora in mano!»

Sembrava che il negoziante fosse sul punto di avere un infarto.

«L’ha trovato nel mio negozio! Proprio qui nel mio piccolo negozio! Qualcuno corra ad avvertire i giornali! E tu figliolo, fa’ attenzione! Bada di non strapparlo insieme all’involucro! E’ una cosa molto preziosa!»

In pochi secondi, attorno a Charlie si era raccolta una piccola folla di una ventina di persone e altre ancora cercavano di entrare nell’angusto negozio. Tutti volevano vedere il Biglietto d’oro e il suo fortunato possessore.

«Dov’è, dov’è?» gridò qualcuno. «Tienilo alto così lo possiamo vedere tutti!»

«Eccolo là!» rispose qualcun altro. «Ce l’ha in mano! Guardate come brilla!»

«Vorrei proprio sapere come ha fatto a trovarlo proprio lui!» esclamò irritato un ragazzo più grande. «Sono settimane che io compro venti tavolette al giorno!»

«E pensa tutta la roba che riceverà gratis!» disse un altro ragazzo, la voce piena d’invidia. «Una scorta di dolciumi per tutta la vita!»

«E ne avrà bisogno! Guardatelo: è magro come un gamberetto!» disse ridendo una ragazza.

Charlie era rimasto come paralizzato. Non era riuscito neanche a liberare del tutto il Biglietto d’oro dall’involucro. Era restato fermo, immobile, e stringeva forte la tavoletta con entrambe le mani mentre la gente faceva ressa attorno a lui vociando. Gli girava un po’ la testa. Una strana sensazione di galleggiare in aria come un palloncino cominciò a impadronirsi di lui. Gli sembrava che i piedi non toccassero più il pavimento. Sentiva il cuore pulsagli a gran velocità da qualche parte nella gola.

A un certo punto si rese conto che una mano gli si era posata gentilmente sulla spalla e, quando volse in su lo sguardo, vide un signore molto alto che gli stava vicino. «Senti, ragazzo» gli sussurrò l’uomo, «perché non me lo vendi? Ti darò cinquanta sterline. Che ne dici? E ti regalerò anche una bici nuova. D’accordo?» «Ma è matto?» gridò una donna che gli stava altrettanto vicino. «Perbacco, io gliene offrirei duecento di sterline per quel biglietto! Giovanotto, me lo vendi per duecento sterline?» «Adesso basta!» esclamò il grasso negoziante, facendosi largo tra la folla e afferrando Charlie saldamente per il braccio. «Lasciate in pace questo ragazzo! Fate largo! Fatelo uscire!» E mentre lo accompagnava alla porta, bisbigliò all’orecchio di Charlie: «Non lo dare a nessuno, figliolo. Capito? A nessuno! Portalo a casa, prima che te lo possa prendere! Corri come il vento e non ti fermare finché non sei arrivato, capito?»

Charlie annuì.fabbrica

«Sai una cosa?» aggiunse il grassone, sorridendogli. «Ho l’impressione che avevi proprio bisogno di un colpo di fortuna come questo. Sono molto contento che sia toccato a te. In bocca al lupo, figliolo!»

«Grazie» rispose Charlie e, via!, si mise a correre in mezzo alla neve il più velocemente possibile. E mentre passava come il vento davanti alla fabbrica del signor Willy Wonka, si voltò un attimo e la salutò con la mano, gridando: «Ciao! Ci vedremo presto!»

Cinque minuti dopo era già arrivato a casa. ….”

Dalla presentazione dell’editore:

Un bel giorno nella misteriosa Fabbrica di cioccolato Wonka viene diramato un avviso: chi troverà i cinque biglietti d’oro nelle tavolette di cioccolato riceverà una provvista di dolci bastante per tutto il resto della sua vita e potrà visitare l’interno della fabbrica, mentre un solo fortunato tra i cinque e diventerà il padrone. Chi sarà il vincitore?

Il capolavoro di Roald Dahl che è entrato nell’immaginario dei bambini di oggi anche grazie all’indimenticabile film con Johnny Depp.