J. Marias, Il tuo volto domani, Einaudi (trad. G. Felici)
Da Simona De Pascalis riceviamo: “….ma durante i periodi scompensati ciò intristisce l’uno e irrita l’altro indicibilmente. L’intristito non sa che cosa fare nè come comportarsi, prova l’uno e l’altro e i rispettivi contrari, si lambicca il cervello per interessare di nuovo o per farsi perdonare sebbene ignori qual è la sua mancanza, e nulla serve perchè oramai è condannato, non serve essere affascinante nè antipatico, dolce nè burbero, compiacente nè critico, amoroso nè belligerante, attento nè ottuso, adulatore nè intimidatorio, comprensivo nè impermeabile, tutto è perplessità e tempo perso. E l’irritato si rende conto a volte della sua parzialità e ingiustizia, ma non può evitarle, si sente irascibile e tutto quello che è dell’altro lo fa uscire dai gangheri, ed è la prova massima, nella vita personale e quotidiana, del fatto che nessuno è mai obiettivo e tutto può essere frainteso e distorto, che nessun merito o valore lo sono in loro stessi senza un riconoscimento altrui che il più delle volte è puramente arbitrario, che i fatti e gli atteggiamenti dipendono sempre dall’intenzione che si attribuisce loro e dall’interpretzione che si voglia dare loro, e senza quella interpretazione non sono niente, non esistono, sono neutri o possono senz’altro essere negati. ….”