Da Ramsis Bentivoglio riceviamo la recensione del romanzo di Balzac La ragazza dagli occhi d’oro.
Eccola:
“La ragazza dagli occhi d’oro” è un breve romanzo di Balzac della prima metà dell’ottocento.
Il racconto si apre con una pindarica critica alla società parigina, alle sue mostruosità e ai suoi vizi. Per la prima metà sembra un pamphlet dove il mondo di quell’epoca viene messo alla gogna, dai poveri ai nobili, senza distinzioni di sorta.
La seconda metà, invece, affronta il racconto della idealizzata ragazza con gli occhi d’oro, una giovane donna bellissima che tutti vogliono e che solo il conte, il protagonista, sembra poter avere.
Il ruolo del maschio diventa quello del predatore e la vittima è la ragazza. L’uomo cerca la conquista senza alcun coinvolgimento emotivo.
Ciò che spiazza l’uomo è la prostrazione totale della fanciulla, disposta a tutto pur di stare con lui e di fuggire dalla sua condizione di “merce” rara.
L’uomo, accecato da questa passione incontrollata, cerca di ucciderla. Non regge al coinvolgimento sensuale, lui che cercava solo l’appagamento sessuale.
Il finale è tragico e inaspettato.
Qui Balzac dà il meglio di sé e inscrive la dinamica uomo-donna in un contesto sociale frivolo e senza via di scampo apparente.
Entrambi sono vittime e schiavi del loro tempo e la fuga è preclusa a entrambi.
L’uomo è vittima del suo ruolo sociale e predatorio, lei della remissività a cui si è abituata e che le è stata insegnata.
L’uomo, però, ha paura dell’amore o anche solo del suo nome, e tenta in tutti i modi di sfuggirvi.
Il racconto è una parabola terribile, ma magnifica del rapporto uomo-donna.
Dalla presentazione dell’editore:
In una Parigi notturna e sinistra, teatro di intrighi e oscure vendette, l’aristocratico e capriccioso De Marsay si invaghisce di una giovane donna dal fascino esotico e della sensualità conturbante. Tra i due divampa la passione, ma ben presto l’uomo scoprirà che la misteriosa fanciulla custodisce un torbido segreto. Atteingendo alla propria esperienza di narratore neo, Balzac abbozza una delle più spietate scene di vita parigina: la città «dell’oro e del piacere» è un inferno in cui l’esistenza di tutte le classi, dalle più povere alle più agiate, si consuma in un’affannosa ricerca di gloria, denaro e voluttà e in cui anche l’amore soggiace alla logica del potere e della tirannia. Scritta nella primavera del 1834, La ragazza dagli occhi d’oro completa la Storia dei tredici, trilogia romanzesca che comprende anche Ferragus e La duchessa di Langeais e ha al centro le imprese di una potente società segreta: «Uomini abbastanza onesti da non tradirsi mai tra loro, abbastanza diplomatici da dissimulare i legami sacri che li univano, abbastanza forti da mettersi al di sopra di tutte le leggi».