Da Anita Corbella riceviamo A.B. Di Bartolo, L’abbraccio dell’arcobaleno.
” Il sole era estremamente caldo ma nonostante ciò Carmen e Blanca decisero di uscire. Non c’era in giro anima viva, era domenica e in quel momento la maggior parte della gente di Girona si trovava a messa. Il parroco del piccolo centro spagnolo, don Josè, soleva predicare molto a lungo, così le due sorelle erano al sicuro dalla zia Dolores, occupata dalla abituale messa, con la quale vivevano da due anni. Le bambine la temevano tanto in quanto era una donna molto autoritaria e le punizioni per le disobbedienze erano severe. La peggiore era sicuramente la pulizia del pozzo, a Carmen era toccato. Era buio, profondo e sporco. La paura fu tale che quel brutto ricordo l’avrebbe accompagnata per tutta la vita e in futuro l’avrebbe portata all’odio verso tutta la famiglia. Blanca Mendez Velasco era la più grande, al tempo aveva nove anni, di carattere più mansueto, piangeva spesso al buio la morte del padre Alvaro. Lui sì che l’amava, era alto, bello e soprattutto molto buono. Due anni prima una tragica caduta da cavallo lo aveva strappato all’amore dei quattro figli e della moglie Lucia… “

Dalla presentazione dell’editore:
Il destino di Chantal inizia ancora prima che lei nasca. Nel 1944 sua nonna è costretta a lasciare la Spagna rea di avere dato alla luce il figlio della colpa. Il trasferimento a Bologna non è scevro di preoccupazioni. Nella bella città universitaria degli anni Sessanta cresce Blanca, sua madre, bella e intelligente ma poco fortunata nelle sue scelte. Chantal, solare e piena di vita, cresce invece a Roma ma fin da piccola, insieme ai genitori, viaggia molto. Tre generazioni di donne a confronto che sembrano accomunate da un unico destino e dalla paura di essere abbandonate. Ma chi non ha mai sbagliato? E soprattutto chi non vorrebbe riscrivere la propria storia? La chiave di volta è nella fede perché la vita può svoltare da un momento all’altro, basta credere che sia possibile.