Da Tiziana Ruggeri riceviamo L. Tancredi, L’otto, EV editrice.

Tiziana ci scrive: Vorrei segnalare questo prezioso romanzo, un viaggio nell’esperienza umana e artistica del pittore Lorenzo Lotto. Delicato, educato e ricco di bellissime immagini a parole. Edito da EV casa editrice nel 2016, e scritto da Lucia Tancredi, che come Lorenzo Lotto, dice di aver fiducia nelle immagini. 

“Questo paesaggio non ha nulla a che invidiare alla Toscana o all’Umbria: c’è un tale riposo nello sguardo. E un silenzio di cose compiute, soprattutto la sera, quando le colline sembrano mani che si chiudono nell’ora canonica. Percorrerle a piedi è una fatica onesta. Si sale il pendio della collina senza mutare troppo il passo, si conquista l’altezza senza inorgoglirsi. Non c’è l’orizzonte basso della pianura e nemmeno la vertigine della montagna, in ogni movimento si sta liberi dalle cause, come fanno gli uccelli. Anche i ricordi restano indietro, si riassorbono.”

Dalla presentazione dell’editore:

Nell’anno rotondo del 1500 il pittore Lorenzo Lotto compiva vent’anni, lasciava la sua città, Venezia, per avventurarsi nelle città di provincia, procurandosi la fama di uomo scorbutico e artista misterioso. Il critico Bernard Berenson, il primo che gli dedicò un saggio nel 1895 e lo studiò ossessivamente per tutta la vita, indaga gli strani itinerari del pittore, soprattutto nella Marca, persuaso che la sua religiosità avventurata e le ricette alchemiche debbano condurlo ad una scelta condotta con coerenza fino all’oblazione a Loreto: la fede nelle immagini. In un’epoca sconvolta, come oggi, dalla furia iconoclasta dei fanatismi religiosi, dalla violenza della Storia e dalla cecità degli uomini, Lotto ci dice che ogni immagine, a imago dei, vuole esistere ed essere accettata per quello che è. La grazia è quando il vedere si compie nell’essere visto. Solo quando l’occhio ritrova questa innocenza, il mondo può continuare ad esistere.