Da Lorenza Rappoldi riceviamo Colette, Per un erbario, Passigli editore

Monologo della gardenia
Le sei, appena… Comincio a svegliarmi, e ho il risveglio lento. Mi attardo a proclamare la certezza e la lucidità che assicurano il mio regno, dalla notte chiusa all’alba ancora nera e leggermente ferita a est da una piaga bruna e purpurea.
Il giorno che termina è stato lungo. Per tutta la sua durata ho trattenuto il mio alito, il respiro che mi circonda al crepuscolo e che fa vacillare le farfalle notturne nel loro primo volo.
(pag. 19)

Dalla presentazione dell’editore:

Nel 1947 l’editore Mermod di Losanna propose a Colette di mandarle regolarmente un bouquet di fiori di volta in volta diverso; Colette, da parte sua, avrebbe scritto una sorta di “ritratto” dell’uno o dell’altro di quei fiori.
Ne risultò una bellissima raccolta che apparve l’anno successivo con il titolo “Per un erbario” e che qui viene riproposta per la prima volta in edizione italiana.